Idrogeno: al via 36 nuove stazioni di rifornimento

L’Italia cerca di mettersi al passo con il piano europeo che prevede «un ruolo primario dell’idrogeno, con una sua crescita nel mix energetico dall’attuale 2% al 13-14% entro il 2050». Il più leggero dei gas conosciuti è uno dei tasselli fondamentali della mobilità green, attraverso le nuove auto con motori a idrogeno. D’altra parte i prodotti di scarto della reazione a elettrolisi inversa usata nei motori non sono altro che calore e acqua, sostanze che fuoriescono tramite un terminale di scarico sotto forma di semplice vapore acqueo.

Allo stesso modo delle auto elettriche, insomma, le auto a idrogeno hanno il grande pregio di non causare emissioni nocive per l’ambiente: non inquinano e immettono nell’atmosfera semplice vapore acqueo.

La diffusione dei distributori sul territorio è ancora però uno dei punti critici. ll ministero dei Trasporti di recente ha pubblicato la graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni per il rifornimento di idrogeno. Si tratta di 36 iniziative, che potranno accedere a contributi statali per oltre 103,5 milioni di euro grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee).

Il primo progetto in graduatoria, con 88,59 punti, prevede la realizzazione da parte dell’Eni di una stazione a Mestre (Venezia) con contributi per 5,75 milioni di euro. Da un punto di vista geografico, la maggior parte dei progetti è situato al Nord Italia, ma sono toccate anche Roma, Bari, Taranto e Avezzano, la Toscana con le Fosse (Arezzo), la Calabria con Lamezia Terme (Catanzaro) e la Sardegna con Sestu (Cagliari). Per l’Emilia Romagna è toccata a Piacenza.

Per l’Associazione italiana idrogeno, avviare la creazione dell’infrastruttura è strategico per sviluppare la mobilità a idrogeno in Italia. «Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano, - sottolinea Alberto Dossi, presidente di H2IT -. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la sua supply chain, che sarà sinergica con i progetti di Hydrogen Valley».

In Europa la Germania rappresenta un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. In Italia chi si è mossa con anticipo è Modena che sta lavorando sulla Hydrogen Valley Modena, un’area in cui creare impianti di produzione, la distribuzione, l’utilizzo di idrogeno verde e attività di ricerca.

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