«Supernova super». Bilancio positivo. «Molti gli spettatori, molta la gioia, un clima coinvolgente». Spazi riempiti per tutti gli spettacoli. Workshop partecipati.
La prima edizione dell’evento pubblico organizzato da Motus, Santarcangelo dei Teatri e Comune di Rimini è stata un successo, «un evento che in questa città mancava – sottolinea Daniela Nicolò, fondatrice con Enrico Casagrande della compagnia Motus – un modo per far vivere lo spazio del teatro Galli e abitarlo in modo diverso». Cinque giorni di appuntamenti, dal 12 al 16 aprile, di arti performative che si sono fuse con l’atmosfera neoclassica dell’edificio e con quella medievale dall’anima contemporanea del palazzo dell’Arengo e del Part. Dalle 10 di mattina a mezzanotte la possibilità di assistere a proposte artistiche dai linguaggi ibridi.
«Tra gli spettatori anche molte persone venute da fuori Rimini, oltre ai tanti cittadini di tutte le età, giovani e adulti». L’incontro di pubblici diversi è, infatti, uno degli obiettivi di questo progetto triennale che, con gli appuntamenti anche in piazza Cavour e piazza Malatesta, ha voluto aprirsi e dialogare con la città.
«È stata una sfida quella di far uscire il teatro dagli orari tradizionali. L’orario pomeridiano è stato molto apprezzato» aggiunge Nicolò.
I punti di forza di questo progetto dal punto di vista degli operatori?
«Proficuo il dialogo che si è creato con gli artisti. Abbiamo accolto performer internazionali, ma per quest’anno abbiamo voluto privilegiare soprattutto gli artisti italiani. L’obiettivo è quello di far incontrare le creatività indipendenti e gli spazi istituzionali, come sta avvenendo anche in altre città di Italia e di altre nazioni, si pensi all’esperienza del museo Macro a Roma o progetti simili a Lisbona».
Tra le proposte, diversi gli spettacoli di danza. È una scelta che riproporrete?
«Sì, sono stati numerosi i lavori di danza, lavori corporei, particolarmente fisici, ma c’è stato spazio anche per testi significativi e per l’unione di entrambe le espressioni, come il nostro “Of the nighingale I envy the fate”. Certo la danza per sua natura si presta anche a spazi non consueti e a ideazioni site-specific. L’ultima giornata di
Supernova comunque si è conclusa con “Ashes” dei Muta Imago, un’opera il cui testo è legato a Cechov, che ci ha commosso moltissimo.
Nella contemporaneità la separazione tra le arti non ha più senso , non ci sono più divisioni, distinzioni. Tutto oggi si fonde, tutto si unisce». Molto visitate anche le videoinstallazioni e seguiti con interesse i talk.
«Si è parlato delle politiche culturali, del lavoro di questo settore – aggiunge Daniela – della sostenibilità nel mantenere una compagnia teatrale, delle difficoltà anche economiche, verso le quali è necessaria una maggiore sensibilizzazione».
Bilancio positivo anche per i laboratori gratuiti e le attività di comunicazione.
«La risposta delle persone è stata significativa. Hanno partecipato sia giovani sia adulti. Visto l’interesse e l’importanza per diffondere l’amore per il teatro e i suoi linguaggi, nelle prossime edizioni investiremo sempre più su queste attività così importanti e utili per aprire le porte a tutti».