Grazie Romagna, tesoro di cultura
La Romagna ha il mare, i monti, la piadina, i motori, le industrie, l’agricoltura, il liscio e un cuore grande. Si fa prima a dire quello che non c’è. Ma l’aspetto che più mi ha colpito, vivendola, è la cultura.
I musei, i festival e i teatri soprattutto, una meraviglia per gli eventi di qualità nelle città, nei comuni e nelle frazioni come Piangipane di Ravenna con il Socjale (che è scritto proprio così, non è un refuso).
Molti sono veri e propri gioielli come il Mariani a Sant’Agata Feltria, il teatro in legno più antico d’Italia, costruito nel 1723, che portò Vittorio Gassman a esclamare: “Ci procurò una sensazione paragonabile alla gioia dell’archeologo che scopre quello che non cercava… persino troppo bello, una piccola Scala”.
In virtù di questa ricchezza il Corriere ha dedicato un fascicolo centrale al settore, più un inserto domenicale. E a dire il vero le pagine non bastano mai perché ci sono sempre un concerto e uno spettacolo che meriterebbero più spazio.
La Romagna è di fatto una capitale della cultura italiana al di là delle candidature e dei riconoscimenti ottenuti delle singole città. Un tesoro di bellezza.
Non è stato facile per me, cresciuto in pianura e nella nebbia, comprendere le varie sfaccettature di questa mezza regione perché Rimini e Ravenna sono distanti, Forlì e Cesena sono le due facce della stessa provincia ma non sono simili, Imola è la frontiera con l’Emilia e poi c’è la Repubblica di San Marino, sospesa tra passato e futuro. Avrei voluto visitare tutti i comuni ma è mancato il tempo e mi sono fermato a 20. Ho preso un giro un po’ largo per dire che con questo numero in edicola, dopo un anno preciso, si conclude la mia direzione al Corriere che è stata intensa e istruttiva.
In ogni quotidiano in cui ho lavorato, questo è il sesto e il terzo che dirigo, ho imparato più di quanto abbia insegnato. Ringrazio la cooperativa editoriale che mi ha offerto questa opportunità, tutti i colleghi e i collaboratori per l’impegno. Insieme a loro ho cercato di raccontare con equilibrio e passione questa terra, con le sue eccellenze e i suoi problemi. Negli ultimi mesi i nostri sforzi si sono concentrati sull’alluvione, una catastrofe senza precedenti affrontata dalla popolazione con un coraggio e una solidarietà commoventi.
Le immagini dei volontari con gli stivali sporchi di fango e i badili in mano che cantano “Romagna mia” resteranno nella storia. È il manifesto della rinascita che non tarderà, ne sono certo.
Al mio successore, Gianluca Rossi, i migliori auguri, ai lettori una raccomandazione: continuate a comprare il Corriere, un giornale onesto.