Rimanere venti giorni in carcere per una guida in stato di ebbrezza rappresenta un record in un paese dove spesso ci si lamenta che chi fa reati di altro tipo viene subito rimesso in libertà.
Ma questa disavventura è capitata a un 63enne che abita a Gambettola.
Un corto circuito tra sue inadempienze, burocrazia e tempi della giustizia, che sono lunghi ma evidentemente prima o poi arrivano.
Ubriaco al volante
La vicenda nasce nel lontano 2015. L’uomo, nato nel 1960, all’epoca abitava a Salerno. Viene fermato mentre guida la sua automobile in Toscana, a Massa, in un normale pattugliamento stradale senza che ci fossero stati incidenti. Dai controlli effettuati risulta parecchio ubriaco: l’etilometro registra un valore di 2,2 grammi di alcol per litro di sangue, quando notoriamente il limite di legge è fissato a 0,50.
Le pene
Di conseguenza l’uomo classe 1960 si vede ritirata la patente e deve andare a processo per la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Alla fine viene condannato a sei mesi di reclusione convertibili in lavori di pubblica utilità. Più o meno la prassi in casi del genere. Il problema è che nessuno lo chiama dal tribunale toscano, lui non si attiva per la commutazione della pena e intanto il corso della giustizia procede con il suo passo non veloce ma implacabile.
Il trasferimento
A complicare ulteriormente la faccenda sopraggiunge il trasferimento a Gambettola. Il salernitano viene ad abitare in Romagna ma non procede a effettuare il cambio della residenza. Pertanto quando lo cercano al suo precedente domicilio risulta uccel di bosco. Anche se il suo numero di cellulare è rimasto sempre lo stesso, e nessuno lo chiama per questa vicenda. Per la giustizia è irraggiungibile.
Il carcere
La condanna passa quindi in giudicato e nel 2022 viene emesso un ordine di carcerazione. Come detto, non lo trovano. A questo punto viene emesso un verbale di “vane ricerche”. Ancora i tempi non sono rapidissimi, ma comunque questa volta alle fine le forze dell’ordine riescono a rintracciarlo. A Gambettola, dove nel frattempo si è trasferito per lavoro, con un contratto regolare che era magari riscontrabile sulla banca dati dell’Inps per poterlo rintracciare. Per l’uomo, che in vita sua non risulta abbia mai avuto problemi con la giustizia a parte questo caso specifico, si spalancano le porte del carcere di Forlì.
La liberazione
Una doccia gelata e inaspettata, che lo porta a rivolgersi per l’emergenza all’avvocato Alessandro Sintucci di Cesena. Il legale contatta il tribunale di Massa Carrara e riesce a concordare la possibilità della messa in prova ai servizi sociali, un po’ come era avvenuto a suo tempo con Silvio Berlusconi. Adesso l’avvocato ha trenta giorni di tempo per poter espletare le pratiche necessarie e portare avanti la richiesta. Il gambettolese invece nella giornata di giovedì è stato liberato e ha potuto lasciare il carcere di Forlì. Con la certezza che quella bevuta del 2015 non se la dimenticherà mai.