Fotovoltaico, Ravenna è la seconda città in Italia: nella top ten anche Forlì e Rimini
Tre romagnole nella top ten delle città più “solari” di Italia, con Ravenna seconda, Forlì quinta e Rimini sesta. A stabilirlo è la classifica sulla diffusione del fotovoltaico pubblicata questa mattina dal Sole 24 ore e che colloca Rimini al sesto posto tra i capoluoghi con il maggior numero assoluto di impianti attivi. Sul territorio riminese si contano 2.602 impianti, che garantiscono 211,30 Kwh ogni mille abitanti. Una mappa dove brilla la Romagna, con Ravenna al secondo posto (3.790 impianti e una potenza nominale installata di 871,23 kwh) dietro Roma – che svetta per numero assoluto di impianti, 13.204, ma con 57,20 kwh ogni mille abitanti - e Forlì al quinto posto (2.744 impianti per 493,42 kwh).
De Pascale: "Un risultato che ci fa onore"
“Un risultato che ci fa onore – commenta il sindaco di Ravenna Michele de Pascale –. Normalmente le statistiche sulle fonti rinnovabili nel nostro territorio sono falsate dal fatto che si eseguono gli studi in percentuale sul consumo energetico totale provinciale, cosa che ovviamente penalizza un territorio come il nostro in cui la presenza dell’industria pesante (chimica, acciaio, ceramica) interviene in maniera considerevole ad alterare il dato. Ma quando si considera il valore assoluto – continua il sindaco – i dati dimostrano che c’è grande sensibilità sia da parte dei cittadini che delle imprese e ci sono grandi capacità della rete artigianale e imprenditoriale per ciò che riguarda le installazioni.Inoltre questo obiettivo è stato raggiunto in una delle regioni che ha una delle normative più restrittive d’Italia rispetto gli impianti a terra, di conseguenza il dato è determinato principalmente da impianti installati sui tetti di abitazioni e aziende. C’è un fermento positivo nel nostro territorio per quanto riguarda gli impianti di energia rinnovabile, siamo sulla strada giusta e dobbiamo continuare così, anche gli investimenti in corso da parte dell’amministrazione comunale andranno ad incrementare ulteriormente questo dato”.