Forlì, Legambiente: "Cementificazione e fiumi, quanti errori"

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L'alluvione lascia interrogativi anche per la gestione ambientale, non solo a Forlì, ma in tutta la provincia. Riflessioni, domande, pensieri che già si stanno analizzando con il passare dei giorni e con il passare della prima fase emergenziale.

Un ruolo lo potrà recitare anche Legambiente Forlì-Cesena. «Stiamo attendendo anche noi qualche dato più preciso – spiega il presidente provinciale Francesco Occhipinti – anche perchè le notizie sono abbastanza frastagliate. Eventi come le alluvioni non è che aumentino l'inquinamento, sono una conseguenza di quello che non andrebbe fatto. Possiamo parlare di situazione eccezionale, anche se di eccezionale inizia ad esserci poco visto che nel giro di due settimane abbiamo avuto due eventi simili. Sono gli effetti del cambiamento climatico, insieme alla cementificazione come abbiamo ripetuto più volte. Continuiamo a fare cose che non andrebbero fatte e penso anche al rigassificatore di Ravenna. Bisogna porre rimedio, non pensare di continuare a sfruttare il fossile, abbiamo visto quanto danno sta creando e ha creato negli anni. Abbiamo già detto che ancora pochi Comuni hanno messo giù il Pug e questo lascia le maglie larghe a quella benedetta legge sul consumo del suolo del 2017. Sicuramente da tempo si diceva che in alcuni punti non si doveva costruire. Errori ne sono stati fatti, abbiamo trattati i fiumi come dei tubi, volendoli far passare dove piace a noi e questo adesso ci presenta il conto».

Alluvione che anche dal punto di vista ambientale dovrà far riflettere. «L'agricoltura soffre e soffrirà il discorso del fango, che creerà tanti problemi. D'altra parte il fango riguarda anche i parchi pubblici. Bisogna intervenire anche se capiamo che le situazioni sono tante e tutte di emergenza. Poi c'è la questione dei fiumi e in ultimo, non per importanza, la questione mare: stiamo attenti, vediamo il monitoraggio costante che sta facendo Arpae che è fondamentale, non solo solo per la questione ambientale, ma anche per il turismo e dal punto di vista economico, del quale va tenuto conto. Questo non vuol dire che se ci sono dei dati che non ci tornano non lo faremo presente, però non vogliamo creare allarmismi in un comparto come quello del turismo già in sofferenza. Il lavoro che vorremmo fare sarà prendere i dati che Comuni, Province e Regioni metteranno sul tavolo e cercheremo di capire le strategie da mettere in campo al più presto e in maniera che siano più proficue possibili. Un monitoraggio che ci toccherà fare nei prossimi anni».

La forza dell’acqua e le frane hanno travolto tantissimi alberi, cambiando la fisionomia di intere aree. «Quella delle piante sarà un’altra partita molto importante – ammette Occhipinti – anche perchè la Regione si era impegnata, aveva fatto metterne a dimora, ora ci sarà da ripristinare questa situazione. E' chiaro che si fa fatica a capire quanti alberi sono stati abbattuti dal maltempo e quanto sarà necessario per rimetterli a dimora. Poi la problematica è sempre la stessa: è caduto un albero che aveva 20 anni, se fai il conto dell'anidride carbonica equivalente non basterà un alberello, ma questo i tecnici lo sanno bene. Bisognerà ragionare su dove si andranno a mettere e che tipo di piante».

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