Forlì, il velodromo splende nonostante i 100 anni

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Al velodromo “Servadei” a Forlì, fucina di talenti, tutto è pronto per il campionato italiano giovanile su pista 2023 che scatta oggi (dalle 18). Non solo un anello in cemento inclinato, il velodromo di Forlì è un’istituzione nazionale del ciclismo italiano, con una storia iniziata 100 anni fa, con la posa della prima pietra da parte dell’allora Capo di Stato, Benito Mussolini. Una costruzione fortemente voluta dalla città, inaugurata con una cerimonia alla presenza dall’ultimo Re d’Italia, il Principe Umberto di Savoia che, a bordo del suo veicolo, tagliò il nastro su quella che era la terra battuta dello stadio “Tullo Morgagni”, intitolato al giornalista, anch’egli di Forlì, della Gazzetta dello Sport, che inventò e realizzò il Giro di Lombardia, la Milano-Sanremo e il Giro d’italia. Nella storia dell’anello la scia dell’entusiasmo portato dal ciclista di Forlì, Glauco Servadei è travolgente. Fin da giovanissimo da Allievo e Dilettante colleziona più di 60 vittorie. Tra le sue affermazioni più prestigiose, fece suo il Giro dell'Emilia del 1931; due tappe del Giro d'Ungheria nel '33 in maglia azzurra; sei tappe del Giro d'Italia fra il 1937 e il 1939 e due frazioni del Tour de France nel 1938, Bayonne e Laon. Per il pupillo forlivese, soprannominato "Parulè, ui baté tott in vulêda” (in dialetto romagnolo “batteva tutti in volata”) era divenuto facile animare le orde di appassionanti, ma non era il solo. L’affacciarsi sulla scena del campione concittadino Ercole Baldini lanciò l’idea di erigere le curve e i rettilinei inclinati come li vediamo oggi in cemento, omologato nel 1967. La storia racconta di tanti grandi campioni che calcarono la pista come la romagnola Morena Tartagni che fece suo il campionato italiano professionisti nel 1969, Francesco Moser nella rassegna tricolore del 1983, portandolo di lì a poco a conquistare il record dell’ora. Pantani, Cassani, Ugrumov e le sfide con i pistard d’autore come l’olimpionico Andrea Collinelli, il pluri iridato Silvio Martinello e l’attuale Ct della Nazionale Marco Villa. Tanti ragazzi che grazie alla gestione dalla pista di Forlì, da parte del Consorzio delle Società Ciclistiche Romagnole (oggi presieduto da Fausto Tardozzi) trasforma la struttura in un fiorente centro di avviamento al ciclismo, ancora oggi di prim’ordine. Sono a centinaia i ragazzi che ogni anno imparano i fondamentali in sella, misurandosi in maniera sicura nel secondo centro in Italia per numero di tesserati e manifestazioni organizzate (1° il velodromo di Dalmine, ndr). Lo stadio ha una capienza di 3.385 posti, con sedie numerate su ambo le tribune, quindi prendiamo posto e mettiamoci comodi, l’ingresso è gratuito per tutti gli appassionati ed aperto alla cittadinanza.


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