Forlì. Auto e trattori d'epoca: l'incredibile collezione di Bruno Flamigni
Colleziona auto d’epoca, moto e trattori e li riproduce in miniatura. Una passione che coltiva da anni. «Sono tante le soddisfazioni che ho avuto nel corso degli anni – afferma Bruno Flamigni, collezionista di auto d’epoca e modellini – e adesso anche la targa d’oro». Il suo ultimo pezzo aggiunto alla collezione è un trattore Landini Testa Calda del 1959, al quale poco meno di un mese è stata assegnata la targa d’oro dall’associazione Asi, associazione auto storiche italiane. «Questo trattore, che ho preso da un amico, con 35 cavalli e 4.312 di cilindrata, era il più potente per l’epoca – prosegue Bruno Flamigni – e inoltre, nei due cilindri laterali venivano attaccate le cinghie della trebbia. Ha i pistoni orizzontali e la sua particolarità è che si accende con la fiamma, con il fuoco. Il tempo di accensione è di circa 8 minuti e si esegue riscaldando la testa davanti e girando i cilindri laterali, strano ma non serve nessuna chiave per farlo partire. L’ho messo a posto ed è piaciuto. In più, ho installato l’impianto elettrico per le luci, ho evidenziato i vari numeri sulle parti e ho cambiato la marmitta perché quella dell’epoca spruzzava l’olio, non adatta per fiere e mostre. Ma non è finita qui, ho assemblato anche i pezzi di una sua riproduzione in miniatura, un modellino molto fedele a quello reale e per rendere tutto più realistico ho creato anche un dispositivo che riproduce il rumore del trattore». Non è l’unico pezzo che dà vanto alla vasta collezione. «Nel mio garage – spiega Bruno Flamigni – ho anche una Citroen Traction Avant del ’57, prima auto con la trazione anteriore. In passato l’ho messa a disposizione per cerimonie dato il colore bianco che si prestava bene per tali occasioni. C’è posto anche per un moto che avevo preso da giovane per andare a lavoro, modello Honda 500 Four. Io sono un ex camionista e alla fine quel motore lo usai poco, è come nuovo, ha pochissimi chilometri. Ma ha fatto la storia, ogni tanto ci ripenso a quando mia mamma mi diceva che era pericoloso usare la moto». È sempre stato un appassionato del settore e non poteva non aggiungere alla sua grande raccolta anche la costruzione di modellini. «Ho ben 52 modelli di camionette dei pompieri – racconta Bruno Flamigni – che ho accumulato negli anni. Negli scatoloni ho anche una macchinina telecomandata, un’Alfa Romeo Duetto “osso di seppia”, con luci, clacson e radio che funzionano, l’ho smontata tre volte prima che funzionasse alla perfezione. Mentre un pezzo molto amato dai bambini è un camion Man che è uguale a quelli veri anche nei rumori e luci, le dimensioni sono l’unica differenza. Devo ammettere che per questo modello mi sono fatto aiutare nella costruzione perché era davvero troppo complicato». Serve molta pazienza e impegno ma il tempo utilizzato per le proprie passioni viene sempre ripagato. «A volte – conclude Bruno Flamigni – ho aspettato anche 2 anni prima di avere tutti i pezzi per poter iniziare ad assemblarli perché bisogna averli tutti per poter partire e a volte il lavoro sembra non finire più. Ma ho avuto anche molta fortuna nel riuscire a trovare molti pezzi unici in mercatini e fiere che abitualmente frequentavo sia come visitatore che per esporre. Se devo dire la verità il momento che ho sempre apprezzato maggiormente è l’arrivo dei bambini e vedere i loro occhi pieni di gioia e stupore nell’osservare i modellini che per loro sono come dei giochi. Negli anni passati le fiere e le mostre erano più numerose rispetto a ora».