Fiorenzuola, storia e ambiente. Paradiso per bici, trekking, nuoto e tanto altro GALLERY

FIORENZUOLA DI FOCARA. Storia e ambiente. Cultura e svago. Attività sportiva e relax. Bagni in mare e trekking. Difficile trovare un posto in grado di offrire un panorama di attività così vasto. Un panorama in tutti i sensi.
A metà strada fra Cattolica e Pesaro, nel bel mezzo del Parco Naturale San Bartolo, Fiorenzuola di Focara, dall’alto dei suoi 177 metri a picco sul mare, offre una veduta spettacolare dell’orizzonte adriatico e della costa fatta di falesie e belle spiagge che accarezzano acque spesso limpidissime (dipende dal moto ondoso) dove non è difficile imbattersi anche nel su e giù dei delfini.
Una spiaggia quasi selvaggia


A Fiorenzuola ci si può arrivare in tanti modi. Il più inusuale è dal mare. In barca o gommone, avendo l’accortezza di fermarsi al di fuori delle scogliere, o in kayak o sup, per chi è più atletico. Con mezzi privati o approfittando delle barche che caricano i turisti partendo soprattutto da Cattolica o Portoverde. La spiaggia è una chicca fatta di soffice sabbia protetta da una lunga serie di scogliere. Dentro il bacino protetto, da qualche anno è impedito l’ingresso dei natanti.
Non ci sono ombrelloni e lettini come sulla spiaggia di Rimini o Cesenatico, ma i tronchi spiaggiati diventano il sostegno per tanti variegati teli proteggi sole allestiti dai visitatori. Nella parte più estrema si respira aria fricchettona. Ovunque famiglie, coppiette, gruppi di amici o single, italiani e stranieri, prendono posto e si gustano il sole e il bagno in quella che sembra una lunga piscina naturale in un contesto quasi selvaggio. L’anno scorso, oltre alla doccia di acqua dolce, era presente anche un food truck con prezzi umani. Un paradiso celebrato anche dalla stampa straniera. Un tratto di costa che spesso è inserito nelle classifiche delle spiagge più belle allo stesso modo di come viene valutato il borgo che sorge alle sue spalle.
Il problema frane


Quest’anno tutto è in stand by. Il maltempo di maggio ha provocato delle frane che nei giorni scorsi sono state rimosse ma la strada di 1,7 km che in venti minuti di cammino porta dal borgo alla spiaggia (l’accesso più utilizzato) è ancora chiusa perché deve essere messa in sicurezza. «La carreggiata è stata ben ripulita dal centro operativo del Comune. Conto e spero che a giorni venga riaperta al transito pedonale e in sicurezza», dice Jolanda Filippini, presidente del Quartiere 6 San Bartolo del Comune di Pesaro.


Nel frattempo ci si gusta il borgo. Il modo forse più bello per arrivarci è in bicicletta. La domenica mattina la strada panoramica (da Gabicce Monte a Pesaro) è chiusa al traffico e l’unico suono che si sente è il girare delle ruote delle bici: da strada o mountain bike, elettriche e muscolari. Possibile anche il noleggio. Fiorenzuola è spesso la sosta dei gruppi che percorrono la strada panoramica. Tanti gli stranieri che si gustano la piadina con gli occhi a fissare il mare. Ma c’è anche un’altra bella esperienza da fare con il percorso a piedi. Da Cattolica a Pesaro o viceversa. Sfruttando la possibilità di un ritorno in treno. Fiorenzuola diventa così la sosta intermedia di un cammino nel quale in questa stagione la luce di giugno (mese più luminoso dell’anno) mette in grande risalto il giallo della ginestra che dall’alto dei picchi più elevati scende col suo aroma inconfondibile a pochi passi dal mare. Qualcuno sceglie anche il cavallo. Auto e moto restano infine altre opzioni (con l’accorgimento di evitare per quanto riguarda la percorrenza della panoramica le ore vietate della domenica mattina).
Dai romani a Dante
Comunque si arrivi Fiorenzuola e i suoi circa cento abitanti offrono un centro storico su un luogo in cui già i romani si erano fermati. Il nome può avere due significati. Il primo è quello che rimanda ai fuochi che venivano accesi in antichità per segnalare la costa ai naviganti. Il promontorio del San Bartolo è infatti il primo che si incontra scendendo sulla costa adriatica italiana dopo quello triestino. Il secondo si rifà alle fornaci esistenti dove si cuocevano le terrecotte. Un destino, quello delle fiamme che non ha mai abbandonato questa terra. Nell’agosto del 2017 uno spaventoso incendio distrusse 125 ettari del parco e la vegetazione della falesia al di sotto di Fiorenzuola. La natura ha fatto miracoli e ha ricoperto di verde quel che era diventato nero. Riportando così il posto al suo spettacolare colore. Un luogo magico che si potrebbe dire eterno, fissato nella storia anche da Dante Alighieri nel XXVIII canto dell’Inferno, così come ricorda una targa sul portale d’ingresso del borgo.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui