Rimini. "Dottore, quant'è?" : viaggio nel business dei falsi green pass

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«Parliamoci chiaramente, io ho diversi pazienti come te che non lo vogliono fare... il green pass se lo sono pagati. Se vuoi fare una cosa del genere - avvertiva il medico di medicina generale e dentista Roberto Bonato, il 59enne finito agli arresti domiciliari per i reati di corruzione e falso ideologico - devi tenere un “profilo basso”, perché vengono fuori dei casini grossi». I guai giudiziari, infatti, non si sono fatti attendere. Dopo che due dirigenti dell’Ausl Romagna si sono rivolti alla Procura per segnalare le operazioni sospette di un medico che aveva iniettato 107 delle 234 dosi ricevute a persone estranee alla lista dei suoi assistiti e prevalentemente provenienti da fuori regione, le intercettazioni ambientali negli studi medici di Bonato hanno fornito quegli indizi di colpevolezza ritenuti sufficienti per iscrivere 27 persone nel registro degli indagati. Tra queste, 10 residenti nel Riminese oltre al medico Bonato, accusato di registrare sul sistema sanitario le vaccinazioni allo scopo di far ottenere ai suoi clienti il green pass senza in realtà inoculare alcun vaccino. Un’operazione che il medico oggi ai domiciliari (ed esposto al serio rischio di essere radiato dall’albo) svolgeva a fronte del pagamento di 100 euro per gli amici e 250 euro per tutti gli altri. Tra i riminesi oggi sottoposti a indagine, spiccano i nomi di due farmacisti: Giorgio Gattei e Maria Daniela Nataloni, e Franca Zucchini, ortottica libera professionista presso una struttura privata. Oltre ai tre professionisti, anche una nota “no vax” del Riminese. Da lei, sarebbe arrivata al medico la richiesta di ottenere, eventualmente, un’esenzione dal vaccino. «Io le avevo chiesto un certificato di esenzione» dice la donna al medico. «Lascia perdere il certificato di esenzione... » è poi la risposta del medico, da cui la donna si era già recata in precedenza. Tra gli indagati figurano inoltre una ginecologa di Alfonsine, Vania Giuliani, lo psicologo faentino Fabio Sgubbi e la fisioterapista faentina Linda Reggi. Sgubbi e Giuliani, entrambi, erano stati sospesi dall’Ordine di provenienza, ed entrambi erano risultati vaccinati da Bonato, sanando la propria posizione a pochissimi minuti di distanza. Lo stesso era avvenuto per la fisioterapista Reggi, sospesa e poi reintegrata a seguito della vaccinazione “effettuata” dal medico riminese.

Il pagamento

Dalle intercettazioni ambientali emerge anche come oltre a limitarsi a chiacchierare nel corso della “visita”, il medico gestisse le operazioni di riscossione dei soldi. In alcuni casi, secondo l’accusa, i finti pazienti lasciavano i soldi sulla scrivania e poi il dottore li intascava in seguito. Altre volte, invece, ipotizzando di essere spiato, il medico “scriveva una cifra su un pizzino - si legge negli atti - e lo mostrava al paziente indicandogli la somma da pagare per l’ottenimento di una falsa certificazione, specificando a voce: «A dose, eh». Ma tra i suoi “pazienti” c’erano anche persone che la tariffa la conoscevano già. «Ok, dottore, quant’è?» gli chiede una delle “assistite” riminesi. «Ah dì», gli risponde il medico. «Come l’altra volta» replica lei, contando i soldi e consegnandoli al medico, che li ripone in un cassetto per poi consigliare alla donna di attendere in sala d’aspetto 15 minuti prima di andare via. Tra i principali indagati, inoltre, un uomo residente a Riccione di 38 anni che fungeva da “procacciatore di affari”. Negli incontri in studio tra lui e il medico, in cui i due uomini contano i soldi, il riccionese dice «questi sono i 3» e Bonato esclama «700», l’altro lo corregge: «750», chiedendo poi quanto avrebbe avuto di sconto il fratello. I due si consultano anche sugli inserimenti. Dopo averne registrati 4 consecutivi, Bonato si dice perplesso e il 38enne gli suggerisce: «Eh vabbè, dici che li hai caricati tutti in una volta». Al “socio procacciatore”, al termine di uno degli incontri, Bonato dice: «Te sei un mago però, eh. Stai dando una mano a tutti quanti, tu, eh».

I “riabilitati”

Anche i professionisti riminesi, come i ravennati, erano stati sospesi e poi riabilitati dopo la vaccinazione da Bonato. L’ortottica Zucchini nelle intercettazioni dice di essere stata richiamata perché «volevano la seconda dose» e di essere stata una delle pochissime sospese, anche «là (il suo luogo di lavoro) sono tutti così», dice. Nelle varie intercettazioni compaiono i nomi di altri medici, al cui riguardo non sono state formulate accuse specifiche. Ma il presidente dell’Ordine dei medici di Rimini Maurizio Grossi spiega che «per altri tre medici riminesi sono scattati accertamenti per false certificazioni». I farmacisti Gattei e Nataloni, (conviventi) invece, risultano essersi presentati insieme nello studio di Bonato l’8 febbraio scorso, proprio dopo aver ricevuto un sollecito alla vaccinazione da parte dell’Ordine, e quindi “salvandosi” per una manciata di giorni dalla sospensione per inadempienza. All’uomo, Bonato dice: «Poi ti vengo a trovare io alla tua farmacia, tranquillo». Ma anche i due farmacisti, come altri “pazienti” di Roberto Bonato, non erano nuovi a frequentare quello studio. I due, infatti, risultavano già vaccinati dal medico indagato lo scorso settembre, dove negli stessi giorni, avevano ricevuto prima e poi seconda dose. Entrambi, come tutti i professionisti sanitari coinvolti, sono stati sospesi dall’esercizio della professione.

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