Ravenna, Don Leo e don Tiziano, i parroci che hanno spalato il fango: "L'alluvione non era nei piani di Dio"

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Don Tiziano Zoli e don Leonardo Poli sono stati in prima linea spalando il fango e distribuendo generi di prima necessità per fronteggiare i disastri dell’alluvione in Emilia-Romagna. Più di 36mila persone, a partire da metà maggio, sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni e a trovare una sistemazione alternativa; tra queste circa 8mila sono state accolte in strutture alberghiere del territorio e nelle scuole, palestre e palazzetti dello sport. È uno dei tanti dati della Protezione Civile per fotografare le tragiche conseguenze dell’alluvione che ha coinvolto diverse decine di comuni, principalmente nell’area emiliana e romagnola. Un’emergenza territoriale che racconta anche straordinarie storie di umanità: come quelle di don Tiziano Zoli, parroco della parrocchia di Santa Maria Assunta a Solarolo e don Leonardo Poli della Collegiata dei Santi Francesco e Ilaro in Lugo, che nei momenti più difficili dell’alluvione, grazie al contributo delle rispettive comunità e di volontari arrivati dal resto dell’Emilia Romagna e da tutta Italia, hanno alimentato la grande macchina della solidarietà, spalando il fango e distribuendo alimenti e vestiario.  E' quanto emerge da una nota della Conferenza episcopale italiana.

“Siamo stati sommersi dall’acqua – spiega don Tiziano – ma ancor di più dalla solidarietà. I volontari sono arrivati per aiutarci dalle altre zone della Romagna, dall’Emilia, ma anche dal resto d’Italia. Gli alpini, la Protezione Civile, le amministrazioni…”. Solarolo è stato uno dei comuni più colpiti dall’alluvione - sono diventate tristemente celebri le immagini dal drone che inquadravano le arterie cittadine invase dall’acqua - eppure nessuno si è arreso e la comunità si è quasi raddoppiata, passando dai 4.500 abitanti agli ottomila, tutti impegnati in una grande catena di umanità. "Preti come don Tiziano e don Leonardo non si rivolgono solo ai più abbandonati ma ad ognuno di noi. Quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà".

Per richiamare l’attenzione sulla missione dei sacerdoti, torna domenica 17 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane.  La Giornata – giunta alla XXXV edizione – permette di dire “grazie” ai sacerdoti, annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, punto di riferimento per le comunità parrocchiali.

Nato a Faenza, sede della diocesi della sua attuale parrocchia, don Tiziano è un prete del territorio e, dal 2015, è parroco di Solarolo e di fronte all’emergenza si è rimboccato le maniche, così come tutta la sua comunità che si è messa subito al lavoro per tentare di ripristinare il possibile, offrendo anche attività ricreative ai bambini mentre metà della chiesa è stata adibita allo stoccaggio degli alimenti e degli abiti che sono stati donati, in attesa della distribuzione. Ma il pensiero del don si spinge oltre l’emergenza e le necessità più contingenti, perché c’è da salvare il lavoro delle campagne circostanti, in una realtà che è a grande vocazione agricola. “I raccolti di quest’anno sono totalmente compromessi e per i frutteti anche per i prossimi due o tre anni - spiega -. Però i nostri contadini si sono messi a disposizione degli altri con i propri trattori, veri carri armati della solidarietà, che vanno per le strade a tirare fuori di tutto, a dare una mano per lo spurgo delle case”.   

Da Solarolo a Lugo, entrambe in provincia di Ravenna, ci sono circa trenta minuti di strada. Cambia la diocesi, Lugo è afferente a quella di Imola, e anche la dimensione di riferimento, essendoci da queste parti circa 32mila abitanti. Non cambia, però, la grande forza di una comunità che, guidata dal carisma di don Leonardo Poli, per tutti don Leo, ha attivato una rete di protezione e solidarietà che ha avuto come centro nevralgico il Palasport di Lugo dove, grazie anche alla Croce Rossa e alla Protezione Civile, sono stati accolti gli sfollati e organizzato il sistema degli aiuti. In campo più di trecento volontari, tra cui molti del movimento locale di Comunione e Liberazione di cui don Leonardo è assistente spirituale. Il comune di Lugo è stato tra i più coinvolti dall’alluvione. 

Sicuramente questa alluvione non era nei piani di Diospiega don Leo -. Questo male viene dalla libertà data agli uomini che vogliono prendere il posto di Dio e che hanno creato disordine in terra rispetto alla perfezione del cosmo. La Terra è una povera creatura come noi, ferita dal male come noi. La natura è la cornice di un’opera d’arte e noi siamo il capolavoro dentro quella cornice, che spesso è rovinato dalla nostra presunzione”. 

Nell’immane tragedia, don Leo è stato il più tempestivo, coinvolgendo direttamente i parrocchiani per l’accoglienza, il sostegno psicologico, il servizio di baby sitting. Un supporto straordinario che ha visto in prima linea tantissimi giovani che si sono messi a disposizione per arginare quella che don Leo definisce l’“onda del male”. Ricordiamoci, aggiunge, che “l’oro non si trova se non nel fango e che i fiori non nascono dai diamanti, ma dal letame”.  

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