"Domani faccio la brava", le foto di Corelli sulle donne in carcere

“Domani faccio la brava”. Si intitola così, come il volume che lo raccoglie (con testo critico di Renata Ferri), edito da Danilo Montanari, il lavoro del fotoreporter Giampiero Corelli, che ha attraversato la penisola per raccontare uno spaccato delle carceri italiane, nelle sezioni femminili. Una mostra in due tempi, allestita nella sede dell’Assemblea legislativa, in viale Aldo Moro 50, e nella casa circondariale della Dozza, in via del Gomito 2 (visitabile su invito) fino al 10 marzo.

Il lungo reportage nelle carceri femminili italiane (da Rebibbia alla Giudecca, da Pozzuoli alla Dozza) che lo ha portato in questi anni a visitare una decina di istituti di pena per cogliere la vita delle donne detenute ma anche delle addette di polizia penitenziaria, includendo anche chi le carceri le dirige. Un affondo in un mondo fatto di sofferenza, ma anche di tanta voglia di riscatto.

Una ricerca che vuole documentare la bellezza dell’essere umano, in questo caso femminile, che conserva e difende le proprie caratteristiche anche in condizioni di disagio e a volte di degrado. Particolare attenzione è rivolta alle detenute madri, comprese tra la privazione della libertà e dell’affettività e la speranza di una nuova vita.

Scatti in bianco e nero e a colori che raccontano la vita delle detenute, perché Corelli ha non solo fotografato ma anche intervistato donne e madri «che parlano di emarginazione e dolore – dice l’autore – ma anche di solidarietà, sorellanza e voglia di riscatto». È la società «che manifesta indifferenza» secondo Corelli.

Corelli è nato a Sant’Alberto (Ravenna) nel 1964, vive e lavora a Ravenna. La sua ricerca si basa su una profonda osservazione delle dinamiche sociali con un’attenzione particolare all’esperienza e alla dimensione femminile.

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