Disabile di Imola resta bloccato in stazione a Bologna. Aveva chiamato Trenitalia per avere tutte le informazioni necessarie su come viaggiare tra Imola e Bologna (e ritorno) ma al momento di fare ritorno a casa ha scoperto, suo malgrado, che sul treno non ci sarebbe potuto salire perché sprovvisto del necessario sollevatore per caricare il suo scooter elettrico a 4 ruote. Un disagio che Carlo Aulizio - che ha avuto la fortuna di trascorrere la notte dal fratello che si trovava a Bologna - ha raccontato per denunciare il disservizio subito nella speranza che tutte le persone con disabilità possano viaggiare liberamente, senza imbattersi in barriere architettoniche e disservizi. Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha prontamente risposto a Carlo Aulizio, sostenendo che "in quell’occasione, forse per una informazione incompleta ricevuta dall’operatore, non è stato prenotato il viaggio di ritorno previsto per il pomeriggio dello stesso giorno", ragione per la quale "il personale di Sala Blu non ha potuto garantire la necessaria assistenza".
Il testo della lettera dell’imolese.
“Buongiorno. Mi chiamo Carlo Aulizio, sono imolese, con disabilità, e mi muovo in maniera completamente autonoma utilizzando uno scooter elettrico a quattro ruote. Vorrei segnalare un episodio a dir poco disdicevole di cui sono stato vittima martedì 26 settembre. Avevo in programma di andare a Bologna, in treno, la mattina e di rientrare a Imola fra le 13 e le 14 o al più tardi entro il pomeriggio. Telefonando al numero verde 800 906060 (da fisso) - 02/323232 (da cellulare) di Trenitalia il giorno precedente, per informarmi sulla possibilità di caricare il mio mezzo sul treno regionale di martedì 26 settembre alle 10, l’operatore mi ha posto tutta una serie di domande che riguardavano le caratteristiche del mezzo (la lunghezza, la larghezza, il peso) e mi ha spiegato come mi sarei dovuto comportare una volta arrivato in stazione a Imola. Al ritorno, con mia grande sorpresa, non mi è stata data la possibilità di salire sul treno regionale per cui avevo già acquistato il biglietto. Ho scoperto, in quel preciso momento, senza che l’operatore del numero verde mi avesse minimamente avvisato di questo obbligo nel corso della telefonata del giorno precedente, che avrei dovuto prenotare il treno del ritorno a Imola 12 ore prima (per altre destinazioni minori, il tempo della prenotazione sale addirittura a 24 ore!), per poter trovare in stazione a Bologna e a Imola il personale dedicato della Sala blu (se non ho capito male, da Faenza) con il sollevatore più adatto al carico/scarico del mio mezzo. Non tutte le pedane installate sui treni, infatti, consentono di salire/scendere con i propri mezzi in maniera autonoma, a causa di un piccolo spazio fra la pedana e il binario in cui le ruote dei mezzi si potrebbero incastrare. La sola risposta che il controllore e il bigliettaio sono stati in grado di darmi è che avrei potuto rientrare a Imola esclusivamente il giorno successivo, mercoledì 27 settembre. Soltanto la fortuna ha voluto che a Bologna risieda mio fratello e che mio fratello non fosse da qualsiasi altra parte per lavoro o per questioni personali, così da poter cenare e dormire a casa sua. Chi non avesse avuto questa possibilità e/o i soldi per pagarsi una cena in un ristorante e un albergo, che cosa avrebbe potuto fare? E al di là dell’episodio in sé, per cui potrei anche non aver compreso completamente e nella maniera corretta quello che mi è stato detto dall’operatore del numero verde, com’è possibile che le persone con disabilità non siano libere di viaggiare quando desiderano, e siano costrette a regolarsi sulla base di meccanismi che non solo non sono conosciuti (ho telefonato al numero verde per puro e semplice scrupolo, non perché sapessi di doverlo fare), ma sono soprattutto discriminanti? Se una persona con disabilità ha un’emergenza, come può Trenitalia pensare di chiedergli di adattarsi a dei meccanismi di questo genere? Perché l’atteggiamento del personale con cui mi sono confrontato non è stato quello di facilitarmi, ma di lasciare il problema interamente sulle mie spalle, quasi a voler puntare il dito contro la mia disabilità? Trovo che nel 2023 questa situazione sia quanto meno incivile e indegna di un Paese che ama sbandierare la propria inclusività”. La risposta di Rfi.
"Siamo dispiaciuti e ci scusiamo per i problemi riscontrati dal signor Aulizio nel suo viaggio fra Imola e Bologna. Il 25 settembre il cliente ha prenotato, tramite il servizio Sala Blu di Rete Ferroviaria Italiana, un viaggio da Imola a Bologna con il treno delle 10.00 del 26 settembre. In quell’occasione, forse per una informazione incompleta ricevuta dall’operatore, non è stato prenotato il viaggio di ritorno previsto per il pomeriggio dello stesso giorno. All’arrivo del cliente in stazione a Bologna il personale di Sala Blu non ha potuto garantire la necessaria assistenza in arrivo nella stazione di Imola, fatto che non ha consentito al cliente di partire. Benché infatti sia la stazione di Bologna che quella di Imola siano prive di barriere architettoniche e i treni in servizio su quella tratta consentano la salita di viaggiatori a ridotta mobilità, la tipologia di sedia a rotelle in uso al cliente rendeva comunque necessaria la presenza di personale dedicato sia in salita sia in discesa. La prenotazione del posto riservato e l’eventuale assistenza vengono garantiti fino a un’ora prima della partenza nelle stazioni principali, e a 12 ore in quelle più piccole inserite nel circuito, fra cui Imola. La Sala Blu di Bologna, che il 26 settembre ha garantito oltre 200 servizi, si è già attivata per chiarire la dinamica di quanto accaduto e incontrare le imprese di trasporto per verificare la possibilità di agevolare il più possibile, pur nel rispetto delle norme di sicurezza, il viaggio dei passeggeri con sedia a rotelle rigida tecnologica".