Danza, il gruppo Mk al teatro Galli di Rimini con "Magam"
Arriva da lontano. Dal Medio Oriente. Dalla musica. “Maqam”. È dolce e aspro il suono di questo termine arabo dai molti significati. Maqam è il luogo, la tappa, la scala e il sistema arabo di organizzazione melodica tradizionale. Nulla di organizzato. È la tecnica della improvvisazione molto diffusa in Oriente. Canto, ritmo, ma anche corpi, spazio. Attraversamento di ambienti mentali, immaginati, vissuti. Da questa unione nasce lo spettacolo della compagnia Mk in scena questa sera al teatro Galli.
L’origine è l’incontro tra il coreografo Michele Di Stefano, il compositore Lorenzo Bianchi Hoesch e il trombettista, suonatore di santur e cantante Amir ElSaffar, artista che è stato descritto come «in grado di conciliare jazz e cultura araba e una delle figure più promettenti del jazz di oggi», grande conoscitore della tradizione irachena. Da questo bagaglio interculturale la strada verso sperimentazioni per suonare microtoni, peculiarità idiomatiche unite a inediti accompagnamenti con la tromba.
“Maqam” è un concerto coreografico. Sul palco la relazione compositiva tra ambiente sonoro e movimento, gestualità, materia resa da «eventi elementari, discontinui e puntiformi – come spiegano i registi – che lasciano sciogliere nel canto l’intreccio della sostanza corporea e musicale». Luci e ombre in cui la danza si fa evidenza visiva, ma anche respiro di voci, echi e contatti, abbracci di unioni e solitudini corporee.
Un’altra tappa nel percorso del gruppo Mk, compagnia fondata nel 2000 da Michele Di Stefano per far dialogare performer e progettualità simili e differenti allo stesso tempo, a oggi uno dei riferimenti della scena italiana. Numerose le partecipazioni e i riconoscimenti a festival italiani e internazionali: dall’Indonesia al Perù, dalla Francia all’Ungheria. Tra i lavori più recenti: “Veduta”, performance immersiva che esplora il paesaggio urbano, e “Bermudas” che ha ricevuto il Premio Danza&Danza per la miglior produzione italiana e nel 2019 il Premio Ubu. Un’opera, dedicata all’indagine del moto perpetuo e del movimento puro, aperta a prospettive e interpretazioni molteplici. Dal 2020 l’inizio di una nuova fase di sperimentazione che mette al centro il lavoro di ricerca in sala prove, “Pezzi anatomici” ne è stato il primo risultato. Anche “Eden” dello stesso anno ha ricevuto il premio speciale Danza&Danza. Ai riconoscimenti al gruppo si affiancano quelli ricevuti da Di Stefano che al lavoro per Mk ha aggiunto commissioni coreografiche da Aterballetto, dalla Korean Dance Company e dal Ballet de Lorraine per il quale presenterà quest’anno una nuova produzione.
Insieme a lui da tempo Lorenzo Bianchi Hoesch, compositore e artista particolarmente interessato al suono 3D, alla olofonica e alla composizione multicanale.
Ore 21. Info: 0541 793811