Dal Covid all'alluvione in Romagna: la nuova sfida di Figliuolo

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Era stato il commissario per l’emergenza Covid, durante il governo Draghi che vedeva Fratelli d’Italia all’opposizione. Ora il generale Francesco Paolo Figliuolo sarà il commissario per la ricostruzione della Romagna scelto dal governo guidato dallo stesso partito, quello della premier Giorgia Meloni. Il giro del mondo in 40 giorni, tanti quanti ci sono voluti all’esecutivo per scegliere un commissario che sulla carta dovrebbe mettere d’accordo tutti. Il ministro alla Protezione Civile Nello Musumeci ha confermato che i presidenti delle Regioni interessati (oltre ad Emilia-Romagna anche Marche e Toscana) saranno subcommissari, un passaggio che soddisfa gli enti locali e che in qualche modo “accorcia” la filiera istituzionale.

La posizione delle imprese

La presenza come subcommissario di Stefano Bonaccini è importante però anche per Confindustria Romagna che spiega di aver passato le ultime settimane ad ascoltare «ogni singola azienda associata, mappando puntualmente criticità ed esigenze: siamo a completa disposizione per ogni possibile forma di collaborazione che possa favorire la conoscenza della geografia industriale della Romagna e le priorità delle imprese». Fondamentale «è partire immediatamente senza ulteriori indugi, con risorse adeguate, un presidio costante in loco e un monitoraggio serrato dell’avanzamento dei lavori».

Bonaccini: «Scelta sbagliata»

Dallo stesso Bonaccini arrivano però parole critiche verso la scelta del governo. «Avevamo proposto una collaborazione istituzionale che valorizzasse i territori e il rapporto diretto con cittadini e imprese, come avvenuto con la ricostruzione post sisma dell'Emilia nel 2012. E lo avevamo fatto –ricorda Bonaccini, via Facebook – insieme ai sindaci, alle associazioni economiche e alle organizzazioni sindacali, con una voce sola. Prendiamo atto che il Governo, dopo due lunghi mesi di gestazione, ha scelto invece un modello centralistico». Una scelta «che reputiamo sbagliata ma che, ad ogni buon conto, vede la nomina di una persona con cui abbiamo collaborato bene durante la pandemia, quella del generale Figliuolo. Resta da capire con quali strumenti e quali risorse potrà agire da domattina il nuovo commissario, perché è chiaro che non c'è un minuto da perdere per recuperare il tempo trascorso». Bonaccini promette comunque una collaborazione leale: «Siamo pronti a lavorare insieme al nuovo commissario».

Lo scontro politico

Anche se la stima per Figliuolo è unanime e trasversale, resta lo scontro politico di fondo. I deputati romagnoli Jacopo Morrone (Lega) e Alice Buonguerrieri (Fdi) richiamano ora gli enti locali ad una collaborazione con il commissario. Morrone parla di una scelta fatta con «i tempi utili» mentre Bunguerrieri ritiene che finora sia «mancata responsabilità dal centrosinistra». Di tenore opposto le reazioni di Movimento 5 Stelle «Meglio troppo tardi che mai. Avremmo preferito un profilo più legato al territorio», riassume il senatore Marco Croatti della Lega. Critico anche Andrea Gnassi (Pd): «Si è preferita una soluzione centralistica anche di fronte a una calamità che a differenza di una pandemia nazionale e globale ha colpito solo alcune aree del paese».

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