Da 80 a 40 discoteche: la riviera riminese ora balla altrove

Archivio

Mare, spiagge, sole. Alberghi, servizi, ospitalità. La Riviera è tutto questo: una o due settimane da sogno dopo un lungo inverno di lavoro. Manca, però, una caratteristica importante, l’elemento essenziale che la contraddistingue dalle altre località balneari italiane: le discoteche. Quel mondo notturno che per decenni, dai nostalgici anni ’60 alla fine dei ’70, con le balere, e dagli edonistici anni ’80 fino ai 2000 con le disco in collina, ha rappresentato il filo conduttore, l’anima pulsante, di Rimini e Riccione, di Misano e Cattolica. Poi un lento, ma inesorabile declino. E l’inevitabile chiusura di decine e decine di locali, anche famosi, uno per tutti: il Paradiso.

Un’altra era

Commenta amareggiato Gianni Indino, presidente del Silb, il sindacato dei locali da ballo della Confcommercio, per anni titolare del Nabis a Rimini, ora Coconuts, e del Big a Torino, e un passato da dj: «Se contiamo i locali che hanno chiuso in questi vent’anni, le dita di due mani non bastano. Mentre per sommare tutti i posti di lavoro persi, dovremmo munirci di una calcolatrice». Perché il mondo della notte non è solo ballo e spensieratezza. Ma anche occupazione, fatturato: in una parola economia. Sottolinea il presidente Silb: «Solo nel 2022 il settore delle discoteche ha fatturato, nel Riminese, 30 milioni di euro e creato 2000 posti di lavoro, tra fissi e saltuari. Ma sapete quanti impieghi produceva negli anni 90? Quasi 7000». Altri tempi. Quando su viale Ceccarini a Riccione e lungomare di Rimini era tutto un andirivieni di pr pronti ad allungarti un ingresso scontato al Peter Pan o al Byblos, al Cocoricò o al Villa delle Rose. «Se dovessi elencarvi i nomi di tutte le discoteche che adesso non ci sono più, ma che in passato hanno rappresentato il fior fiore dei locali della Riviera, farei notte – osserva, sconsolato, Indino –. Ma ci provo: Mecca, Bandiera Gialla, Velvet, Embassy, Savioli, Blow Up, il locale di Zanza, e, ancora, Barcellona, Io, Las Vegas, Cellophane. E, infine, il Paradiso, discoteca preferita, parlo della fine degli anni 80, dell’allora ministro socialista Gianni De Michelis, e di tanti altri personaggi famosi e indimenticabili come, nel decennio successivo, Marco Pantani». «Stiamo parlando – precisa – di una realtà notturna che all’epoca contava 80 discoteche. Oggi siamo intorno alle 40, compresi quei ristoranti o locali che hanno chiesto e ottenuto la licenza da ballo, ma che discoteche vere e proprie non sono». Davvero un mondo a parte quello delle disco. Che aveva nella Riviera il suo centro propulsivo.

Incassi a picco

«Pensate – racconta Indino – che dal 1° giugno, quando apriva ufficialmente la stagione estiva, al 20 settembre, quando si chiudeva, i dj suonavano tutte le notti e le piste da ballo erano sempre piene, parlo di 2000-3000 persone, con biglietti d’ingresso di 50mila lire, a Ferragosto anche di 100mila lire. Oggi quante serate si fanno? Una ventina, il ticket è di media sui 30-50 euro, e le presenze sono dimezzate». Di chi la colpa? «Le tendenze cambiano – chiosa Indino –. Ma molto hanno influito i locali, che, senza disporre di autorizzazioni, hanno iniziato a chiamare dj facendo il tutto esaurito e togliendo clientela alle disco. Oggi questo fenomeno lo vediamo traslato nei chiringuiti, i baretti in riva al mare, che, senza licenza, pagano un dj e trasformano la spiaggia in una pista all’aperto. Ho già chiesto un incontro con le amministrazioni di Rimini e Riccione perché i controlli siano rigidi e i regolamenti vengano fatti rispettare».

Un giugno così, con un tempo talmente instabile, non lascia decollare la stagione. Meglio, allora, pazientare e aspettare luglio, per godersi intensamente la notte. Quando, in Riviera, apriranno tutte le discoteche. Oltre al Villa delle Rose, già operativa, infatti, accenderanno la musica anche Cocoricò, Altromondo Studios e Peter Pan (a partire dall’1 luglio). Coi più noti dj italiani e stranieri in consolle. Come Ilario Alicante e Chris Liebing, rispettivamente il 1° e 8 luglio al Cocoricò, o Icy Subzero, l’11 luglio al Peter Pan, o Sylvain Armand, il 30 giugno al Villa delle Rose. E poi attenzione a Steve Aoki e Timmy Trumpet all’Altromondo studios (data, però, ancora da stabilire), già fissata, invece, quella di Hardwell: 13 agosto. Sottolinea Enrico Galli, gestore del Cocoricò e dell’Altromondo: «Apriremo l’1° luglio per chiudere il 31 agosto. Certo, rispetto a qualche anno fa il settore delle discoteche è cambiato, ma perché si è modificato anche il turismo e le mete da raggiungere sono sempre di più. Così mentre prima si stava sempre aperti, adesso le serate sono ridotte e diluite nell’arco della settimana. Comunque, i nostri appuntamenti ci sono e sono tanti e differenziati nei vari locali». Oltre al locale della piramide, infatti, Galli gestisce anche la discoteca sull’Adriatica, ma anche il Rimini beach arena, locale sulla spiaggia, dietro la colonia Bolognese «dove concentreremo molti eventi» e l’Hyper beach, ex Hakuna matata, noto locale al Marano. «Attività che vanno avanti grazie al lavoro di 500 persone – precisa Galli –, tra assunzioni dirette e collaborazioni esterne». Ma vediamo altri appuntamenti dell’estate. Imperdibile, il 21 luglio, il Mamacita festival al Rimini Beach Arena, con la partecipazione di super guest del panorama hip pop italiano come Lazza, Gue Pequeno, Irama, Rhove e Fred de Palma, che si esibiranno in veri e propri concerti da vivo. Da segnarsi anche gli appuntamenti coi dj Nina Kravitz, il 29 luglio, al Cocoricò (sala piramide) e Mochakk il 5 agosto (piramide). E anche quello del 18 luglio al Peter Pan con Young Miles. ad.ce.


Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui