Cresce l’industria del riciclo, l’Italia ora è leader europeo
L’Italia è passata dall’emergenza rifiuti all’eccellenza nel riciclo e oggi è leader europeo in questo settore. L’ottima notizia arriva dal rapporto “Il Riciclo in Italia 2022”, realizzato dalla Fondazione sviluppo sostenibile, che presenta dati molto confortanti e tratteggia una crescita senza soluzione di continuità del nostro Paese. Nel 1997 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani era solo del 9,4 % e l’80% dei rifiuti finiva in discarica. Solo il 21% dei rifiuti industriali veniva riciclato e il 33% veniva smaltita. Nel 2020 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani ha raggiunto il 63% e lo smaltimento in discarica è sceso al 20%, mentre il riciclo dei rifiuti industriali ha superato il 70% e lo smaltimento in discarica è sceso al 6%.
Questo cambiamento nella gestione dei rifiuti ha alimentato la crescita dell’industria italiana del riciclo. Oggi questa è diventata un comparto rilevante e strategico del sistema produttivo nazionale, conta 4.800 imprese, 236.365 occupati, genera un valore aggiunto di 10,5 miliardi (aumentato del 31% dal 2010 al 2020) e produce ingenti quantità di materiali riciclati. Più nello specifico, si tratta di 12milioni e 287 mila tonnellate di metalli, in gran parte acciaio; 5 milioni e 213 mila tonnellate di carta e cartone; 2 milioni 287 mila tonnellate di pannelli di legno truciolare; 2 milioni e 229 mila tonnellate di vetro riciclato; un milione e 734 mila tonnellate di compost e 972 mila tonnellata di plastica riciclata. Nel complesso la produzione di materiale riciclato è aumentata del 13,3% tra il 2014 e il 2020. E nel 2020 il nostro Paese ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali, un primato europeo, (il 53% la media Ue), con un tasso di utilizzo di materiali riciclati sul totale dei materiali consumati pari al 21,6% (media Ue 12,8%). Anche per la gestione dei rifiuti d’imballaggio l’Italia è un’eccellenza europea del riciclo, con più di 10,5 milioni di tonnellate avviate a riciclo, con un tasso pari al 73,3% nel 2021, superiore non solo al target europeo del 65% al 2025 ma, con 9 anni di anticipo, anche al target europeo del 70% al 2030. Ma si può ulteriormente migliorare e a latere della presentazione del rapporto sono state suggerite alcune proposte per rafforzare la domanda di materie prime seconde prodotte con il riciclo. Tra queste, un’aliquota Iva agevolata per il materiale riciclato compensata con un aumento del prelievo sui rifiuti smaltiti in discarica o con inceneritori; l’introduzione per gli appalti pubblici verdi dell’obbligo di acquisire quantità minime stabilite di materiale riciclato; il rafforzamento dell’utilizzo del materiale riciclato nei settori produttivi con accordi di settore. Misure per promuovere un settore che, come ha commentato il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi, «è strategico per non sprecare risorse preziose, per non riempire il Paese di discariche, per recuperare materiali utili all’economia e ridurre le emissioni di gas serra».