Dopo il rombo dei motori delle monoposto di Formula 1, l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola aspetta adesso il rock di Vasco Rossi, sabato 28 maggio. «Sono già in ansia adesso», confessa – sorridendo, però – Claudio “Gallo” Golinelli, imolese storico bassista del Komandante.
In che senso in ansia?
«Salirò sul palco per tutte le date esclusivamente per i bis. Ho cominciato a studiare lunedì sera. Perché alcuni pezzi non li ho mai suonati. E di altri sono stati modificati le tonalità e gli arrangiamenti, quindi li devo imparare di nuovo. Credevo… tanto le so, sono 42 anni che li suono. E invece...».
Quando cominceranno le prove?
«Scendo a Castellaneta marina domenica, il 1° maggio. Vasco e gli altri sono già giù. Però io sono troppo vecchio per fare tutto. Basta. Starei anche volentieri a casa (sorride ancora,
ndr). A otto anni suonavo la batteria nell’orchestra di mio padre. È da quando ho otto anni che non mi fermo. E sarei anche già in pensione da dieci anni, perché ho cominciato a versare l’ex Enpals a diciassette anni, quando suonavo al mare tutte le sere per tre mesi».
Com’è Vasco come datore di lavoro?
«Demanda agli altri. Quando ha la faccia contenta, ha la faccia contenta. Quando non ha la faccia contenta, bisogna rimettersi a dialogare. Poi una soluzione la si trova sempre».
Imola c’entra anche con il tuo primo incontro con Vasco.
«Una notte scesi da Zurigo, dove ero in tournée con Gianna Nannini, a Bologna, perché la mattina dovevo essere in studio alla Fonoprint per incidere l’assolo di Siamo solo noi. Vasco aveva assistito a un concerto di Gianna, aveva sentito l’assolo che facevo per, credo,
Latin lover e voleva che facessi qualche cosa di simile per il suo brano. Sono soddisfazioni, perché è diventato l’inno di Vasco. Mi disse che quella sera aveva un concerto a Imola, al Verdeluna (poi Cap Creus,
ndr), ci sono andato e c’erano al massimo 15 spettatori. Pensai: sono venuto a casa per questo? Ogni volta che siamo venuti a suonare all’
Heineken Jammin’ Festival, mentre le persone aumentavano da 100.000 a 120.000 e a 135.000, gli ho detto sempre “Vedi, sei cresciuto! Certo che non hai avuto un gran successo al Verdeluna! Sei migliorato».
Da amante di musica e spettatore, chi le piacerebbe vedere suonare a Imola?
«I Beatles, perché hanno cambiato il modo di suonare e il mondo. I Weather Report vecchia maniera, con Jaco Pastorius. E anche i Rolling Stones quelli veri, con Bill Whyman: i suoi bassi… l’altro giorno ho ascoltato Satisfaction… è geniale».
A luglio sarà a Imola anche con il Gallo Team, a La centrale martedì 12 luglio. Mancavate da un po’ nella tua città.
«Mancavamo da tanto, sì. La centrale è la più bella festa che c’è a Imola. Sarà molto bello. Un mese prima suono a Imola con Vasco, poi con la mia band. Dopo quello posso anche smettere (sorride di nuovo,
ndr)».
Dopo quattro singoli (“Per noi”, “Una notte da paura”, “Mohe”r e “Aperi Christmas Time”) non sarebbe arrivato il momento di un album?
«È ora di un album, sì. Mancano due o tre pezzi».