Cesena, salvò 669 bimbi ebrei: i discendenti raccontano Winton

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La vita è scandita da storie che spesso ne aprono altre. E quando si sommano memoria, distanza di tempo, violenza, atrocità della guerra, allora si fanno pregne di componenti emozionali che spingono a raccontarle. Così è la storia dell’inglese Nicholas Winton (1909-2015), trentenne che nel 1939 salvò dalle persecuzioni ebraiche 669 bambini, in gran parte ebrei di Praga, organizzando 8 treni sigillati, che partirono per Londra. Non gli riuscì di fare partire il nono, con 136 persone, che non ebbero futuro. Fra i salvati ci fu Hanus Snabl (1928-2007), 11 anni, che arrivò in Inghilterra e poté crescere, al contrario di suo fratello Franta, di 15 anni, che sarebbe dovuto salire sul nono treno. La vita di Hanus Snabl fu rocambolesca e avventurosa anche da adulto: i suoi due figli, Vera e Martin, ebbero anch’essi una vita movimentata. La prima, assieme a sua figlia Federica Ugolini, vive oggi a Bologna. Martin è invece dal 1978 è a Cesena, dove lavora come medico dentista. La storia di Winton e dei 669 bambini è rimasta sommersa per anni; anche Vera e Martin hanno appreso solo da adulti la vicenda di loro padre. Paolo Severi, presidente di Endas Cesena, assieme al Comune, desidera fare conoscere questa storia dalla voce dei fratelli Snabl in un incontro pubblico in programma venerdì 6 ottobre alle 17 al Palazzo del Capitano. Il titolo, “Se non è impossibile si può fare” è tratto dal motto di sir Nicholas Winton, che amava ripetere: «Se lo scopo è salvare delle vite umane, allora si può anche imbrogliare!». Oggi si calcola che quei 669 ragazzi salvati abbiano generato 8mila discendenti. «È un’occasione - fa sapere Paolo Severi - nata da un semplice pourparler, ma nella quale crediamo tanto. Ci siamo mossi subito per riuscire a farla conoscere alla città. Come Endas teniamo a promuovere eventi culturali». A raccontarla, il 6 ottobre, saranno i fratelli Vera e Martin Snabl con la nipote Federica Ugolini.

Una vita da film

Di recente, al festival di Toronto è stato presentato il film inglese “One life”, dove il Premio Oscar Anthony Hopkins interpreta Nicholas Winton, soprannominato “lo Schindler britannico”. Winton fu aiutato nella sua missione umanitaria dallo svizzero Bill Barazetti, che riusciva a procurarsi visti e passaporti. Hanus, diventato giornalista sportivo, tornò a Praga, dove nacquero i figli. Fu poi allontanato dal regime comunista. Nel 1968 Martin e Vera, in vacanza con la madre sul Mar Nero in Romania, appresero dell’invasione sovietica a Praga e da lì riuscirono ad arrivare a Parigi. Risale al 1970 l’arrivo di Martin in Italia e in Romagna, grazie a due persone di Cesenatico conosciute in Jugoslavia. Martin ha frequentato le medie a Cesenatico e poi a Castiglione, si è diplomato ragioniere a Ravenna e quindi si è laureato in Medicina. Curiosità: la madre di Martin aveva richiesto la cittadinanza italiana, ma la ottenne quando il figlio era già maggiorenne e dunque non valeva per lui. Eppure, pur non essendo ancora cittadino italiano, Martin fu chiamato lo stesso al servizio di leva.

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