Cesena, per ripartire rapidamente il Bingo punta sul commissario

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C’è il tema delicato delle risorse, da trovare, ma anche quello non meno complesso della burocrazia tra gli ostacoli che il Bingo di Cesena dovrà superare per ripartire, e per questa la differenza la potrebbe fare il commissario Francesco Paolo Figliuolo, e i poteri speciali del suo ruolo. Ammonta a quasi 5,8 milioni di euro il danno causato dall’alluvione sull’intero complesso dell’Ippodromo. L’intera struttura gestita da Hippogroup e di proprietà comunale è stata invasa da acqua e fango: dalla pista dell’ippodromo e le scuderie, dove i danni sono stati minori, alla piscina, i campi da tennis e la palestra del Club Ippodromo, al Bingo, invaso da 1,70 metri di acqua e fango. È per quest’ultimo che si conta il danno più pesante: serviranno 4 milioni di euro per ripristinarlo. Della struttura non si è salvato quasi nulla: «Solo i tubi dell’aria che erano in alto, tutto il resto è stato sommerso», racconta Riccardo Grassi, amministratore delegato di Hippogroup. Bisognerà comprare di nuovo arredi, attrezzature, macchine, ma anche rifare tutti gli impianti. Laddove è stato possibile la macchina delle pulizie e del ripristino si è subito messa in moto: ieri c’è stata la consueta conferenza stampa di presentazione della stagione ippica. Fortunatamente nelle scuderie colpite non c’erano cavalli: alcuni, dato l’allarme, erano stati trasferiti a Bologna, altri, non erano ancora arrivati in maggio. Anche il parco utilizzato per l’intrattenimento dei bambini durante le Notturne è stato travolto, ma è già stato recuperato e l’erba ripiantata. La scorsa settimana è tornata pienamente operativa la piscina. «Solo di idrovore per rimuovere l’acqua sono stati spesi 150mila euro - ha raccontato ieri il direttore generale Hippogroup Marco Fabio Rondoni -. Si è cercato di fare convenire quanti più mezzi possibili il più presto possibile, per assorbire acqua e fango quanto prima». È in corso la riparazione di una pompa dello scivolo mentre le altre strutture esterne (campi da tennis compresi) del Club Ippodromo sono in funzione già da giorni. L’interno del Club non è ancora al meglio: la sala bar interna non è recuperata, così come la palestra nel piano inferiore, che si è completamente allagata: «Non era una priorità in questo momento, ma la recuperiamo nei prossimi mesi». «Quella del Bingo è la situazione più lenta», piega Riccardo Grassi. Non è tanto una questione di entità del danno, già di per sé un problema, ma di burocrazia. «La legge regionale prevede che per interventi sulle sale gioco invece della normale scia si debba richiedere sempre il permesso di costruire. Questo significa presentare progetti, e su questo stiamo già lavorando, e in generale tempi molto più lunghi, anche 8-10 mesi, prima di poter cominciare a lavorare». La speranza è che tra i poteri speciali del commissario ci sia anche quello di attivare, vista la straordinarietà di quanto accaduto, un percorso semplificato rispetto a quello previsto dalla norma o in alternativa, se questo non fosse possibile, che sia il Comune a prendersi il minor tempo possibile nell’ambito di quanto prescrive la norma. Al destino del Bingo e della sua ripartenza è legato anche quello circa 35 lavoratori, tra dipendenti di Hippogroup, baristi, addetti alla sicurezza, alle pulizie. Dei dipendenti diretti c’è chi sta lavorando in altre strutture del gruppo, gli altri sono in cassa integrazione, «che non sappiamo nemmeno quanto durerà».

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