Cesena, il Pnrr rimodulato e i dubbi sul progetto della stazione. Il sindaco: "Non voglio nemmeno pensarci"

Archivio

L’intenzione annunciata del Governo di rimettere mano al Pnrr cancellando obiettivi e misure preoccupa i sindaci. È un provvedimento che a Cesena potenzialmente impatta su opere per 13,5 milioni di euro, in parte già realizzate o con procedure di appalto che si trovano già ad uno stato avanzato. Sono 12 le opere che fanno riferimento alle missioni del Pnrr che l’Esecutivo sembrerebbe intenzionato a cancellare o ridimensionare, tra queste c’è anche il progetto di riqualificazione della stazione che da solo “vale” 11 milioni di euro e per cui è imminente l’assegnazione dell’appalto, e l’intervento finanziato con 990mila euro di ristrutturazione della scuola media Viale della Resistenza. Ma ci sono anche opere già realizzate come la scala esterna della scuola Anna Frank o l’intervento di adeguamento degli impianti dello Stadio. Che si possa trattare della cancellazione di risorse già assegnate per il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, non è concepibile: «Non voglio nemmeno pensarci». Il tema per lui non è quindi la potenziale sottrazione di fondi ma il mancato dialogo con le amministrazioni. «Siamo preoccupati, questa annunciata rimodulazione ha creato il panico perché non ne sappiamo niente. Non ne conosciamo le ragioni, non sappiamo in che modo impatterà sui progetti, cosa comporterà per le amministrazioni. Un’incertezza intollerabile. Abbiamo dovuto rimediare ai bandi pubblicati in ritardo dal Governo, all’aumento dei costi, adesso ci arriva questa notizia».
Le dodici opere individuate dal Comune, va precisato, «sono frutto di una ricerca nostra per cercare di capire quali fossero i progetti potenzialmente interessati, non sono state segnalate dal Governo o dai ministeri come potenzialmente problematiche. Ma il problema è proprio questo: non sappiamo niente. Non sappiamo se si applicherà solo a quelle opere che non sarebbero state realizzate nei tempi del Pnrr, in quel caso non ci riguarderebbe». Una delle ipotesi è infatti che questa sostituzione dei fondi Pnrr con i fondi strutturali europei sia legata alle tempistiche stringenti del Pnrr.
«Se è solo una questione di cambio delle fonti di finanziamento in un certo senso a noi cambia poco, ma rimarrebbe un dato politico: perché usare così i fondi strutturali? Sono risorse che avrebbero potuto essere utilizzate per fare ulteriori progetti e investimenti e invece così li usiamo al posto delle risorse del Pnrr».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui