Cesena e il dopo-alluvione, i cittadini di Sant'Andrea in Bagnolo: "Non dimenticate le periferie e no alla cava di sabbia"
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Una lettera aperta a sindaco e giunta di un gruppo di cittadini di Sant'Andrea in Bagnolo che invita a non dimenticarsi della periferia per il dopo-alluvione
La lettera
Egregi Signor Sindaco e Componenti della Giunta, siamo cittadini a cui da sempre sta a cuore il tema della manutenzione del territorio, in particolare del fiume Savio, e che purtroppo, come molti residenti in diverse aree del cesenate, si sono trovati a dover affrontare direttamente l’alluvione.Presenti come pubblico alla seconda seduta della Commissione Speciale, abbiamo constatato l’emergere di alcune evidenze che ci hanno lasciato più interrogativi che risposte, unite al timore ormai consolidato negli anni che la periferia sia lasciata da sola o venga trattata in modo marginale rispetto alle esigenze di altri territori del cesenate.
Si pensi che nella prima stesura della cartografia del territorio di Cesena allagato, la frazione dove risiediamo, Sant’Andrea in Bagnolo, pur duramente colpita, non era stata nemmeno ricompresa. Lo è stata dopo le rimostranze fatte da noi cittadini e da alcuni consiglieri del quartiere Dismano, che ringraziamo.
Il nostro territorio è stato investito da due ondate: la prima è arrivata ore dopo rispetto alla zona centrale tra Ponte Vecchio e Ponte Nuovo, alla sera del 16 maggio intorno alle 21.30 (causando subito allagamenti in molte case) e la seconda, più intensa, intorno alle 6 del mattino successivo.
Proprio per questa non simultaneità nell’evento alluvionale tra la zona del centro e la periferia, vi chiediamo per quale motivo non ci sia stato alcun allarme, ad esempio tramite megafono (come invece successo nel 2019), quando già nel primo pomeriggio il sottopasso autostradale di via Almerici/via Fiume di Sant’Andrea (tra l’altro punto di osservazione delle esondazioni della Protezione Civile nr 48 secondo il piano dell’Unione Valle Savio) era già allagato.
A che ora c’è stata in quel punto l’ultima osservazione?
Perché la zona a valle del nostro territorio, ricompresa nella provincia di Ravenna (zona di Cannuzzo), è stata evacuata per rischio esondazione e la zona a monte (Pievesestina/Sant’Andrea in Bagnolo) no?
Perché non è stato inserito nel nostro territorio un ulteriore punto di osservazione del Savio all’altezza di via Fornace, dove il fiume è esondato per l’ennesima volta (come successo anche nell’alluvione del 2005)?
C’è stato un coordinamento con il gestore della diga a valle del cesenate, nella zona di Mensa Matellica di Ravenna?
Questa centrale idroelettrica, entrata in funzione nel 2015, è stata oggetto di sequestro giudiziario per l’erosione di entrambe le sponde del fiume Savio, fino ad arrivare ad un vero e proprio dissesto idrogeologico, nel tratto di circa tre chilometri a monte dello sbarramento (interessando quindi anche il comune di Cesena). A che punto è la bonifica di tale tratto?
Nella conferenza stampa della Regione Emilia–Romagna, tenutasi a Cesena l’8 agosto scorso, abbiamo avuto informazione dell’esecuzione di un intervento di manutenzione sul fiume Savio nella zona del sottopasso autostradale di Pievesestina; per quale motivo il progetto del rialzo dell’argine di sinistra idraulica (dove il fiume è esondato anche in questo evento alluvionale), andato in gara a luglio 2022, non è stato realizzato con priorità massima ed invece è stato avviato solo dopo l’alluvione?
Inoltre, a poca distanza si è creato, a causa dell’esondazione, un lago artificiale di acqua stagnante che può essere veicolo di malattie gravi quali West Niles e Chikungunya. Quando ne verrà eseguita la bonifica?
Visti i vari punti di esondazione a valle di questo rialzo è in previsione come intervento di somma urgenza un innalzamento dell'argine a difesa dell'abitato di Pievesestina e Sant'Andrea in Bagnolo nel tratto che va dall'autostrada fino al limite del territorio cesenate?
Vi chiediamo inoltre di non concedere l’autorizzazione per la coltivazione di una cava di sabbia che dovrebbe essere realizzata all’altezza di via Calabria di Sant’Andrea a Sant’Andrea in Bagnolo, visti i vari punti di esondazione/rottura argini che si sono verificati. Un ulteriore punto critico andrebbe unicamente a rendere più fragile il territorio, aumentando il rischio di allagamenti.
Vi ringraziamo per l’attenzione.