Cesena: chiesti fino a 7 anni di pena per le vendite piramidali

Poco più di un’ora di requisitoria. Per disegnare un quadro accusatorio che declina sull’associazione a delinquere ma che ai vertici della piramide aveva anche comportamenti di tipo estorsivo, tali da dover essere puniti con la reclusione fino a 7 anni. Davanti al collegio presieduto da Monica Galassi ieri il pm Sara Posa ha riassunto la vicenda delle vendite piramidali che nel 2019 portò la finanza anche a far scattare degli arresti. Il pm ha chiesto pene esemplari per chi si trovava ai vertici ma anche di mandare assolti alcuni degli imputati.

Il caso

All’epoca in cui nacque il caso la guardia di finanza diede esecuzione ad un’ordinanza con 3 arresti ai domiciliari di altrettante persone in passato tra i referenti di punta in Italia di un modello di aspirapolvere e poi finite in cima alla “parte romagnola” di una azienda che trattava numerose tipologie diverse di prodotti, materassi in particolar modo ma non solo. I reati contestati erano associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, truffe e mendacio bancario.

Le indagini svolte avevano documentato che il sodalizio, dietro il paravento di una società impegnata nell’attività di vendita “porta a porta”, perpetrava raggiri in danno di clienti sparsi in tutta Italia. Inoltre, sempre per le accuse, l’associazione sottoponeva i dipendenti a condotte estorsive, pur di raggiungere l’obiettivo di massimizzare il profitto.

L’impresa, che aveva alle proprie dipendenze diverse centinaia di lavoratori, attuava per le accuse il meccanismo delle “vendite piramidali”, ma in maniera vietata dalla legge, in quanto la principale fonte di guadagno non era costituita dalla vendita ma dal reclutamento di venditori. Questi, per poter entrare nell’organizzazione, erano costretti ad effettuare acquisti di beni distribuiti dalla società e presentare, a loro volta, altri soggetti nei cui confronti operare nello stesso modo. Vere e proprie “catene di Sant’Antonio”, insomma, per le quali da subito si erano costituite come persone offese residenti tra Cesenatico, Castrocaro, Longiano, Forlì, Milano e Cattolica.

Estorsioni

Proprio la tipologia di organizzazione, più che i riscontri della lunga istruttoria in aula, sono state al centro delle parole dell’accusa. Il Pm Posa ha rimarcato quella che secondo la procura è la sussistenza di una associazione a delinquere, un commercio illecito che sarebbe dimostrato dalle pressanti riunioni finalizzate alla vendita, meeting nei quali spesso pur di vendere si arrivava anche all’auto consumo di prodotto. Il Pm è entrata nel dettaglio delle leggi e delle relazioni governative sui modelli di vendite piramidali; e come queste stridessero in liceità ad esempio con le giornate in cui modelli di purificatori venivano venduti col massimo sconto dalla casa madre e vi fossero pressioni “commerciali” per farne incetta.

Le pene richieste

Un contesto nel quale l’accusa ha ricavato le basi per chiedere ai giudici, per colui che era considerato il deus ex machina organizzativo, la pena più alta: ipotizzando il reato di estorsione. Per il 43enne Mario Pulcini (domiciliato a Montiano e difeso dagli avvocati Roberto Brunelli e Cinzia Fenici del foro di Pesaro) sono stati chiesti 7 anni di reclusione e 22.000 euro di multa.

Tra restanti imputati molti dei quali residenti in Romagna(17 in totale) sono solo 4 le richieste di assoluzione avanzate dalla Procura. Ad aprile verranno ascltate tutte le difese. Poi la sentenza.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui