Cesena, beatbox: Azel sfida i migliori del mondo a Berlino

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Campione italiano nel 2019, il cesenate Giuseppe Cuna in arte Azel rappresenterà l’Italia ai campionati mondiali di human beatbox, l’arte di fare musica usando solo bocca e voce. Oggi il viaggio verso Berlino e gli eventi di apertura ma la gara entrerà nel vivo da domani. Azel si presenterà nella categoria maschile “solo”. Con lui altri due beatboxer italiani: il veneto BlackRoll, campione italiano 2022, e il marchigiano JBeat, campione italiano 2023. «Li ho entrambi incoronati campioni io», racconta Azel. Dopo la conquista del titolo nel 2019 è infatti diventato giudice alle successive edizioni dei campionati.

«Sono carico» commenta Azel. L’obiettivo «arrivare almeno tra i primi 16», la competizione sarà dura, quelli che teme di più «sono i francesi. Non è un caso che gli ultimi tre campioni mondiali siano della Francia, dal punto di vista tecnico e musicale fanno cose di una complessità incredibile». Il mondiale si disputa ogni quattro anni e a maggior ragione dopo gli anni della pandemia quello al via a Berlino è un appuntamento attesissimo a cui Azel si sta preparando da tempo.

«La prima fase sarà quella delle eliminatorie, nella categoria “solo” maschi parteciperanno 90 persone da tutto il mondo. Avremo tre minuti per esibirci sul palco in cui mostrare tecnica, creatività, musicalità, presenza scenica. Quella esibizione è un po’ il tuo curriculum vitae, in cui devi dimostrare chi sei». A quei tre minuti di palco si è preparato meticolosamente: «sono pronto al 100%».

«Avendo fatto tanti anni di eventi e di gare come giudice molte delle persone che saranno a Berlino le conosco, anche tra i giudici. Ma quando sei sul palco conta l’esibizione, il resto lo devi dimenticare. Credo che la cosa più difficile sarà capire come gestire il palco, che sarà più grande di quello nel mio garage in cui mi sono allenato», spiega ridendo. In questi mesi, ha cercato di allenare il più possibile questo aspetto dell’esibizione, «cercando di immedesimarmi, di curare i movimenti, la presenza. Poi ovviamente ci sono le routine, ma quelle è da quando ho sedici anni che le alleno ogni giorno».

Dai 90 iniziali solo 16 passeranno alle “battle”, i duelli uno contro uno, che dagli ottavi porteranno alla finale. «La preparazione per le battle è più difficile. Io ho pronti 4-6 round… fino alla semifinale… superato un certo livello però quello che conta è la capacità di reagire, di coinvolgere il pubblico, di stupire i giudici, di decidere velocemente come rispondere attingendo al repertorio e a quello a meno che non si sia capaci di prevedere il futuro non ci si può mai preparare del tutto, ma sono confidente».

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