Cattolica, il violinista David Garrett sabato 22 all'Arena della Regina

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Il violinista tedesco David Garrett è diventato famoso grazie ai video postati in rete, in cui reinterpretava grandi brani rock col suo strumento, ma in realtà è un musicista di grande spessore, con un background classico di tutto rispetto. Il suo tour italiano toccherà l’Arena della Regina di Cattolica sabato 22 luglio.

Garrett, il suo ultimo album “Iconic” è tutto composto di brani classici, senza spazio al pop: possiamo dire che è ritornato alle origini?

«In realtà la musica classica è parte delle mie giornate come lo è sempre stata: ogni giorno mi sveglio e faccio la routine che ogni musicista classico fa, con esercizi basati sulle composizioni di Bach, Paganini e gli altri, e questo succede sia che in serata abbia in programma un concerto classico, sia che ne abbia uno rock. Effettivamente in Italia da tanto tempo non facevo un tour classico, quindi sono curioso di vedere come reagisce il pubblico».

Essere considerato “la rockstar del violino” le piace?

«Lo considero un complimento, ma più importante di come ti considerano gli altri, conta cosa pensi di te stesso, e io cerco di essere un musicista serio e concentrato».

In “Iconic” lei recupera in particolare brevi brani classici che fino a un secolo fa tutti i violinisti classici suonavano, ma che lei dice essersi un po’ persi. Perché?

«È una scelta di repertorio che la maggior parte dei violinisti di oggi fa: preferiscono dedicarsi a lunghe suites o concerti, non so perché. Questi brani brevi, o perfino singoli movimenti, negli anni Venti del secolo scorso erano suonati da tutti, poi sono passati di moda. Il mio intento è di riportare leggerezza nella musica classica, e questi sono brani molto adatti».

In questo tour, come nel disco, lei sarà in trio, con Franck van der Heijden alla chitarra e Rogier van Wegberg al basso. Come ci si sente, rispetto a quando suona con un’intera orchestra?

«Ho suonato in ogni possibile formazione, ma quel che conta per me è l’intimità dell’atmosfera. Non mi interessa attirare l’attenzione del pubblico con effetti “bombastici”, la bellezza della musica è sufficiente».

L’Italia è la patria di Paganini e moltissimi altri violinisti e compositori classici.

«Non dimentichiamo il liutaio Stradivari, e la violinista Montagnana, che adoro».

Ha inoltre voluto Andrea Bocelli nel suo album. Che relazione ha con il nostro paese?

«Sono sposato con l’Italia, attraverso il violino. Nel primo concerto di questo tour sarò con l’orchestra che fu diretta da Claudio Abbado, uno dei grandi maestri che avete avuto. Ci sono molti motivi per cui sono connesso all’Italia: qui ho fatto il mio primo tour importante a soli tredici anni, e ho avuto il grande onore di interpretare Niccolò Paganini in un film sulla sua vita. E poi il cibo: oh Dio!».

Pochi mesi fa ha pubblicato un’autobiografia, in cui racconta, tra l’altro, perché ha scelto di usare il cognome della madre ballerina statunitense.

«In realtà non è stata una mia scelta, ma dei miei genitori: essendo un bambino prodigio, ero troppo piccolo per prendere queste decisioni. Quando ho iniziato a esibirmi i miei genitori hanno pensato che Garrett fosse più adatto di Bongartz (il suo cognome tedesco, ndr) alla carriera internazionale: direi che erano molto ottimisti (ride)».

Lei ha una collezione di preziosi violini antichi: li usa anche in concerto o li tiene protetti in cassaforte?

«Ho una bellissima collezione, ma purtroppo ne posso suonare solo uno alla volta. Certo che li uso in concerto: ad esempio uno Stradivari del 1760, un Gaetano Pugnani del 1736 e molti altri. Lo studio e la collezione di grandi violini mi è stata tramandata da mio padre, e lo faccio anche come forma di investimento». Da 46 a 69 euro su Ticketone

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