Carmen Consoli in concerto al Ravenna festival

«La nuova alba da guardare»: così Carmen Consoli ha definito il suo ultimo album, “Volevo fare la rockstar”, che porterà “la cantantessa” sul palco del Pala De André per Ravenna Festival, questa sera alle 21. «Fortunatamente c’è sempre un’alba nuova da guardare – ha raccontato – e quella del giorno precedente è diversa da quella che vedremo domani, e questo promette bene, nel senso che rinnovarsi e avere sempre un’alba da aspettare è una bella prospettiva di vita».

Nata a Catania nel settembre del 1974, Consoli inizia da bambina a suonare la chitarra e giovanissima ad esibirsi nei club con gruppi ispirati dalla sonorità di Rem, Janis Joplin o B.B.King.

Esordisce a Sanremo giovani nel 1995 ma il successo arriva due anni più tardi con “Confusa e felice”: da allora si sono susseguiti 9 album in studio e tre dal vivo che le sono valsi un disco multiplatino, dodici dischi di platino e tre dischi d’oro. Numerosi anche i premi, dalla targa Tenco ai sette Italian Wind & music award fino al Nastro d’argento nel 2001 per “L’ultimo bacio”, colonna sonora dell’omonimo film di Gabriele Muccino. Nel 2012 ha ricevuto il premio Amnesty Italia e l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica italiana. A ottobre 2021, per festeggiare i venticinque anni di carriera, è uscito “Volevo fare la rockstar”, anticipato dal singolo “Una domenica al mare”.

«Per me sognare è molto importante e credo sia un valore da difendere. – spiega Consoli – Devono restituirci il sogno, il diritto di sognare. Sognare è molto importante, perché si visualizza bene ciò che si vuole. E ritengo che nella vita occorra avere bene in mente dove si vuole arrivare».

Sul palco del “Volevo fare la rockstar tour”, accanto a Carmen ci sono le chitarre di Massimo Roccaforte, il pianoforte di Elena Guerriero, il clarinetto di Concetta Sapienza, i violini di Adriano Murania e Emilia Belfiore, il basso di Marco Siniscalco e la batteria di Antonio Marra.

«Un album ispiratissimo – lo definisce Billboard Italia – che parte dalla sfera privata ma come al solito non disdegna aperture a quella pubblica. Un viaggio onirico e sentimentale, ma legato alla realtà, che affascina profondamente e conferma l’artista catanese come unicum nella scena nazionale».

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