Calcio D, Imolese: ceduto il 70 per cento delle quote

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Perché l’Imolese ha “bucato” la scadenza del 21 agosto? Perché evidentemente non aveva nelle proprie disponibilità i 108mila euro (euro più, euro meno) necessari a saldare il mese di giugno ai giocatori e allo staff della passata stagione, altrimenti non si capisce perché “regalarsi” un deferimento e un -1 in classifica. La scelta di escutere la fideiussione per trovare i fondi necessari a pagare la mensilità mancante è una scelta che non si può che definire sbagliata, visto che rappresenta un messaggio di segno decisamente opposto rispetto a quelli rassicuranti che erano stati inviati “urbi et orbi” nella conferenza stampa di presentazione del 18 luglio. Una data da ricordare, quella del 18 luglio anche per altro: quel giorno c’è stata infatti la pubblicazione di un atto di trasferimento di quote (“officiato” dalla dottoressa agrigentina Antonella Fucà) dalla Uab Futbolo Investicija Spa, la società lituana della quale Ulisse Savini è legale rappresentante, a Nicola Vocaturo, come risulta dalla documentazione attualmente visibile presso la Camera di Commercio di Bologna. Vocaturo quel 18 luglio ha acquisito il 70% dell’Imolese (valore nominale 70mila euro rispetto ai 100mila del capitale sociale complessivo). Chi è Vocaturo? E’ direttore generale del fondo maltese IFF del quale Sandro Di Benedetto (attuale vicepresidente dell’Imolese) è il Ceo. Il 20 luglio, invece, è avvenuto (come preannunciato due giorni prima da Savini in conferenza stampa) il passaggio dell’Imolese da Srl ad Ssd: la curiosità di questo passaggio tecnico legato alla riqualificazione della società rossoblù retrocessa dai professionisti ai dilettanti è il fatto che sia avvenuto in via Galliera a Bologna davanti al notaio Federico Tassinari, presidente dell’Imolese in C ad inizio millennio.

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