Calcio C, Imolese: dal settore giovanile alle maglie, nuova polemica Deni-De Sarlo
Gli stipendi pagati alla prima squadra sono stati solo la punta dell’iceberg di quello che la nuova proprietà dell’Imolese si è trovata davanti, ovvero alla necessità di far fronte a tutto quello che chi c’era prima aveva lasciato colpevolmente in sospeso.
Settore giovanile “appaltato”
Il settore giovanile, per esempio, aveva i propri allenatori da mesi in attesa di quel compenso che è arrivato all’inizio di questa settimana. Quello del settore giovanile rossoblù è un caso molto particolare, forse unico in Italia: perché non coinvolge solo l’Imolese ma un altro soggetto, la Top Eleven Management, società di agenti Fifa (procuratori calcistici) e che da inizio stagione ha un proprio striscione pubblicitario sulla panchina dell’Imolese: «Il settore giovanile viene pagato dall’Imolese Calcio – dichiara Giuseppe Deni, proprietario dell’Imolese - però noi ci troviamo ad avere un contratto firmato da De Sarlo con la Top Eleven Management di Ulisse Savini. La Top Eleven fisicamente paga il settore giovanile a fronte di una fattura che questa società manda all’Imolese e che l’Imolese poi paga. E’ un meccanismo contabile, loro ci hanno rappresentato che dal mese di luglio non veniva pagato il settore giovanile: noi abbiamo detto loro che eravamo pronti a pagarlo per cui loro hanno emesso la fattura, l’Imolese ha pagato la fattura e loro di riflesso hanno pagato gli allenatori. Abbiamo saldato le fatture a Top Eleven Management e che da agosto sarebbero dovute essere pagate da chi c’era prima di noi: in fondo,
se uno va al ristorante, deve pagare il conto e non andarsene dicendo che a pagare sarà chi arriverà dopo di lui…».
Insomma, per la nuova proprietà gli esborsi “riparatori” continuano: «Siamo arrivati a Imola il 28 ottobre, non possiamo essere stati noi a fare questi danni neppure volendo. Dobbiamo pagare tutto prima: 3 giorni prima l’autobus, 3 giorni prima gli steward, 3 giorni prima l’albergo perché nessuno ci dà credito vista la nomea che si era fatta l’Imolese e che ha tolto credibilità al club e alla città. Il segretario generale Filippazzo ha ricevuto in questa giorni una telefonata di Hera: voleva staccare le utenze visto che chi c’era prima di noi non aveva pagato nulla. La squadra non aveva più l’abbigliamento sportivo, abbiamo riattivato il contratto con l’azienda fornitrice che non veniva pagata: più di così non potevamo fare. Avevo messo a budget una cifra che è stata già abbondantemente superata. Ci stiamo trovando situazioni gravissime alle quali dobbiamo fare fronte immediatamente».
La sensazione è che presto qualche altro tappeto possa essere alzato, mostrando ulteriore polvere.