La presidente Stefania Di Salvo in sede di presentazione disse, un po’ tra i denti, che il Rimini era da prime tre posizioni. Il realismo, alla fine del mercato estivo e dopo la rivoluzione totale con l’infarcita di giovani e tante scommesse, in questo momento impone un altro obiettivo: tenersi cinque squadre sotto per salvarsi ed evitare la lotteria dei play-out.
Difesa da... difendere
C’è poco da obiettare. Le operazioni in entrata nell’ultimo giorno di trattative erano tre mosse fondamentali, se basteranno poi lo deciderà il campo, sempre il giudice supremo. La prima, la più importante proprio a livello numerico e vista la carenza di rosa, riguarda l’arrivo di Semeraro. Acampa, nulla contro il ragazzo scuola Napoli, ha dimostrato nel pre-campionato e ieri contro l’Arezzo di non essere ancora pronto per la categoria. Considerazione che non vale per Semeraro, mai titolarissimo e ancora under (2001) ma già con una spinta importante sulla corsia dopo le esperienze con Cavese, Grosseto e Gubbio (70 presenze e 3 gol tra i “prof” dopo la scuola Roma). Un elemento che serviva come il pane per entrambe le fasi, anche perché sulle corsie difensive il Rimini ha palesato notevoli difficoltà (ancora più vistosi i limiti di Bouabre: non basta avere gamba). Per questo che la permanenza di Tofanari, con il quale ancora non è stato raggiunto un accordo per la risoluzione, potrebbe anche essere vista come opportunità. L’esterno ex Ancona l’anno scorso è stato altalenante ma in questo Rimini ci potrebbe stare tranquillamente: né Rosini né Stanga sembrano avere qualcosa in più a parte lo status di under. Il reparto che era già nutrito e folto, quello dei difensori centrali, ha un Allievi in eccedenza. Nel pre-campionato è stato tra i migliori e se sta bene è un giocatore ancora di livello in C. Le trattative per la cessione non sono andate a buon fine, allora perché non tenerlo? Sui gol dell’Arezzo ci sono le colpe dei terzini ma anche dei centrali: più Gigli nel primo, più Pietrangeli nel secondo. Ok il ritardo di condizione ma l’esperienza di uno come Allievi potrebbe senz’altro servire, visto che sarebbe a libro paga.
Centrocampo senza slanci
Il reparto più delicato, non solo per gli infortuni di Lombardi, Delcarro e Ruffo Luci, è il centrocampo: la squadra contro l’Arezzo ha dimostrato di non saper costruire e di non sapere cosa fare con la palla tra i piedi (e questo secondo aspetto è sicuramente il più grave) lasciando in mano il pallino all’Arezzo. Langella serve come il pane ma anche uno come Marchesi, possente e tecnico, sarà fondamentale alla causa. Leoncini piace tantissimo perché è un peperino e ha qualità ma è tremendamente leggero. “Mega” non è un vero play ma una diga, un difensore aggiunto, quindi al suo fianco ha bisogno di costruttori, altrimenti sarà durissima. Capanni invece, se fisico e testa supporteranno, sarà un elemento imprescindibile al posto di Iacoponi, troppo acerbo a parte qualche lampo. Certo, i giovani sono tanti, probabilmente anche troppi e il ritardo di condizione non aiuta nessuno.
Attacco interessante
Segnali incoraggianti dall’attacco: non ci si aspettano tanti gol da Cernigoi, ma quando ha giocato assieme a Morra nel 4-3-1-2 e nel 5-3-2 i due non si sono pestati i piedi e hanno avuto occasioni, ma per la finalizzazione ci si attende qualcosa in più dal secondo. Senza dimenticare l’estro e la velocità di Lamesta, venerdì poco ispirato, ma essenziale per saltare l’uomo, sfornare assist e tirar fuori qualche jolly. Colombo invece, che deve crescere nelle uscite, si è dimostrato affidabile tra i pali e bravo nel far ripartire l’azione con i piedi.