Calcio C, Berti: "Sono cresciuto tanto, spero di restare a Cesena"

Fa più male perdere una semifinale play-off per la B ai rigori, dopo aver letteralmente dominato l’andata, o uno scudetto Primavera al minuto 121? Nel giro di un giorno, dall’8 al 9 giugno scorsi, Tommaso Berti ha vissuto sulla propria pelle entrambe le delusioni. La prima da tifoso collegato con Eleven dal ritiro, la seconda da colonna del centrocampo della Fiorentina, battuta all’ultimo assalto dell’ultimo atto dal Lecce. Il centrocampista di Calisese è diventato il primo acquisto del Cesena 2023-2024, dato che la Fiorentina ha scelto di non riscattarlo, e ora si giocherà la permanenza in ritiro.

Berti, che esperienza ha vissuto a Firenze?

«Un’esperienza nuova, che non avevo mai fatto, estremamente formativa. Per la prima volta sono stato per un anno fuori casa e devo dire che sono cresciuto tanto. Dal punto di vista calcistico, è stato un anno molto bello, ho lavorato con Aquilani e ho giocato tanto: una trentina di gare in campionato con 7 gol realizzati, 4 gare e un gol in Coppa Italia e un’altra rete in Supercoppa. Diciamo che è andata molto bene».

Come gestiva le sue giornate e dove viveva?

«Vivevo in un appartamento a 10 minuti dal centro di Firenze. Nei primi quattro mesi sono stato da solo, da gennaio è arrivato Davide Gentile, difensore rientrato dalla Pro Vercelli. Per la colazione mi arrangiavo, mentre per il pranzo e la cena avevo sempre a disposizione il convitto a 3 minuti da casa. Ho respirato l’aria da calciatore vero».

Dal punto di vista tecnico, cosa significa passare da un campionato di C a un campionato di Primavera 1?

«Mi aspettavo un livello più basso soprattutto dal punto di vista del ritmo e dell’intensità. E invece si va forte anche in Primavera».

Cosa le ha insegnato questa stagione?

«Fuori dal campo sono diventato più grande, anche se non ho imparato a cucinare e resto alle basi: pasta in bianco e riso. Dal punto di vista calcistico, avevo imparato tanto soprattutto a Cesena lo scorso anno. E’ stato più formativo l’anno da professionista, specialmente da cesenate che giocava nel Cesena».

Cosa le è mancato?

«Casa mia, la mia famiglia e i miei amici, anche se con due ore di treno ero a casa. La Romagna e Calisese mancherebbero a chiunque. Ogni due settimane tornavo a casa e quando potevo venivo allo stadio: ho visto la partita con la Reggiana e quella con l’Alessandria prima di Natale. Per il resto mi affidavo all’abbonamento di Eleven».

Come ha vissuto l’eliminazione ai play-off?

«E’ stata dolorosa, ancora più di un anno fa. Per quello che ho visto, ero sicuro che saremmo arrivati in finale non dico tranquillamente, ma quasi. Purtroppo non è andata così, ai rigori i valori si azzerano. Ma questo sembrava davvero l’anno buono».

Con chi è rimasto in contatto?

«Brambilla e Ciofi mi aggiornavano, con loro ho legato tantissimo. E poi Zecca».

Si aspettava di non essere riscattato dalla Fiorentina? E’ deluso?

«Non sono deluso, perché sono scelte che vanno sempre rispettate. Avendo giocato tanto e avendo segnato 9 gol da centrocampista, pensavo di essere riscattato anche perché Aquilani era contento di me, però evidentemente sono state fatte altre scelte. Ma il mancato riscatto non lo considero una bocciatura o un declassamento, anzi. Sono pur sempre un giocatore del Cesena, la squadra della mia città».

A proposito, come si è trovato con Aquilani?

«Molto bene. Giocavamo con il 3-5-2, che diventava 3-4-2-1, ed io ero spesso uno dei due trequartisti. Si ispira tanto a De Zerbi, ci faceva vedere tanti video dello Shakhtar e del Brighton. L’ho apprezzato dentro e fuori dal campo, la sua esperienza ci ha aiutato».

Ora quali sono le sue aspettative?

«Innanzitutto mi sto allenando, in bici e con la corsa, per essere al top a metà luglio. Vivo queste settimane come sempre, con la mia solita serenità. Sono a casa e quando sono a Cesena io nel dubbio sono contento, perché a Cesena sto sempre bene. Non vedo l’ora di ricominciare, un anno nuovo è sempre una nuova sfida, dove ti metti in gioco».

Ripensando alla scorsa estate, ha qualche rimpianto?

«Nessun rimpianto, anche perché non sono stato cacciato via da nessuno. Anzi, è stata una scelta mia, volevo provare una nuova esperienza. In ritiro, nelle prime settimane, ho dato tutto e imparato tanto. Poi è arrivata la Fiorentina».

Cosa pensa quando sente che lei non sarebbe adatto al calcio aggressivo di Toscano in quanto troppo leggero fisicamente?

«Sorrido. Il fisico conta, ci mancherebbe. Però a calcio si gioca con una palla e con i piedi. E anche la testa fa la differenza. Non penso di non essere adatto. A questo punto io spero di rimanere, anche se l’estate è lunga».

Gli Shpendi possono essere i due esempi da seguire?

«Sono contento per loro, soprattutto per Stiven che ha davvero lasciato il segno. Hanno meritato fiducia e spazio. Se ti alleni beni, la meritocrazia nel calcio esiste ancora. E ti premia».

Il ritiro bianconeroad Acquapartitadal 16 al 30 luglio

Comincia oggi l'ultima settimana piena di vacanze e senza calcio per i giocatori sotto contratto con il Cesena, che a metà della prossima si raduneranno in sede per inaugurare ufficialmente la stagione 2023-2024. Il ritrovo al momento è stato programmato per mercoledì 12 luglio, in attesa di una comunicazione della società. Quel che è certo è il menù della prima parte di preparazione estiva: dopo i primi giorni di test fisici a Cesena, il gruppo salirà domenica 16 luglio nel ritiro di Acquapartita, all'hotel Miramonti, dove resterà per due settimane intere, fino a domenica 30. Poi gli uomini di Toscano usufruiranno di un paio di giorni di riposo e torneranno a Cesena all'inizio della settimana successiva, dove cominceranno a preparare il debutto ufficiale in Coppa Italia Frecciarossa in programma domenica 6 agosto sul campo della FeralpiSalò.

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