Braccio di ferro in tribunale fra AiRiminum e Aeroclub

Violenza privata aggravata e rifiuto di atti d’ufficio. Sono questi i reati da cui è chiamato a difendersi davanti al Tribunale collegiale di Rimini (presidente Fiorella Casadei) Leonardo Corbucci, amministratore delegato di AiRiminum la società di gestione dell’aeroporto Federico Fellini.

Il processo iniziato è l’atto finale di una querelle nata tra il manager, l’Aeroclub di Rimini e Fabio Falsetti che da poco ne è diventato ex presidente costituitosi parte civile con l’avvocato Marianna Mordini. Leonardo Corbucci è invece difeso dall’avvocato Roberta Guaineri del Foro di Milano.

L’antefatto

La singolare querelle che si protrae ormai da molti anni tra l’Ad e Fabio Falsetti è iniziata nel 2016 quando Leonardo Corbucci ha presentato all’Aeroclub la richiesta di pagamenti di canoni d’affitto arretrati dell’area da loro occupata per un totale di 37.500 euro. Nel marzo del 2018 una sentenza del Tar dell’Emilia Romagna rigetta il ricorso dell’Aeroclub per non pagare il canone «perché infondato», sentenza che però viene ribaltata otto mesi più tardi dal Consiglio di Stato che riconosce il diritto dell’Aeroclub di tornare nella propria sede e a riprendere l’attività.

L’inchiesta penale

Succede così che la sbarra fatta installare dall’Ad di AiRiminum «senza nessun preavviso» all’unica via d’accesso dell’area del Fellini di pertinenza dell’Aeroclub, porta alla contestazione a Corbucci del reato di rifiuto di atti d’ufficio perché ai soci dell’Aeroclub non autorizza il rilascio dei badge che consentivano l’apertura della sbarra e i tesserini di ingresso aeroportuali (Tia). Azioni che ostacolano «quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato il 23 novembre del 2018» che aveva riconosciuto il diritto dell’Aeroclub ad occupare i beni e le aree all’interno del Fellini su cui AiRiminum non poteva rivendicare nessun diritto. Tra l’altro, si legge sempre nel capo d’imputazione, Corbucci non ha dato seguito neppure ai tre solleciti ricevuti dalla Direzione aeroportuale dell’Emilia Romagna perché provvedesse a consegnare i badge «necessari ad accedere all’unica via che conduce ai beni concessi all’Aeroclub». Comportamento che, secondo l’accusa, ha privato coattivamente i soci della libertà di determinazione e di azione. Da qui l’accusa di violenza privata aggravata.

La difesa

«A nostro avviso – argomenta l’avvocato Roberta Guaineri – questa è una querelle dai contorni maggiormente di natura civilistica anziché penale. Comunque riteniamo di poter dimostrare l’infondatezza delle accuse e che nessun reato è stato commesso dal dottor Corbucci».

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