Basket A2 play-off: Unieuro, approccio giusto e aggressività
Il cuore, ma soprattutto la testa, oltre le difficoltà proprie e quelle, indescrivibili, di una città in cui lavorano, vivono e che rappresentano in giro per l’ Italia. Anche e in particolar modo adesso. Costretta a giocare in trasferta la seconda gara della serie play-off con Chiusi, l’Unieuro è uscita dal campo a testa altissima e con la vittoria che ha dimostrato di volere a tutti i costi mettendo in mostra il suo orgoglio e quello della città di cui porta il nome. Risorse che cercherà di esprimere anche oggi nel terzo atto dei quarti di finale, quello che dalle 20.30 potrebbe già darle per la prima volta l’accesso alle semifinali promozioni di A2. «Sono molto contento per questo successo – ammette l’allenatore dei biancorossi Antimo Martino – soprattutto perché arrivavamo a Chiusi dopo una settimana turbolenta. Il mio pensiero anche prima dell’inizio della partita era rivolto a tutte le persone che a Forlì vivono una situazione difficilissima: questa vittoria è prima di tutto per loro e per i tifosi che sono venuti fin qui o che ci hanno visto giocare davanti ad un maxischermo». Se c’era il dubbio che la squadra faticasse a ritrovare la giusta concentrazione, l’Unieuro lo ha immediatamente fugato con un approccio intenso e attento fin dalle primissime battute della sfida. Chiusi, dopo un brutto avvio, ha però reagito ma davanti a sé ha trovato una Forlì sicura e impassibile fino in fondo. Martino non ha quindi perso la sua creatura. «I nostri avversari non hanno mai mollato e questo dà ulteriore valore alla prova dei miei ragazzi. Abbiamo avuto un ottimo approccio alla gara, avevamo deciso di essere aggressivi allungando la difesa a tutto campo e questo ci ha premiato. Mi dispiace che il vantaggio che avevamo accumulato si sia ridotto nel seconda frazione, ma poi nella terza abbiamo rimesso le cose a posto, gestendo con grande esperienza il finale». Tutto ciò va confermato già oggi, ma l’allenatore dei romagnoli dimostra fiducia. «La mia squadra dimostra ogni volta di avere grandi temperamento e qualità umane – spiega - Giochiamo contro un’ avversaria che ha valori ben precisi e che può punirci nei momenti in cui siamo meno lucidi, quindi come non me lo aspettavo lunedì, neanche oggi sarà una partita facile». Le convinzioni di Martino restano però ferree. «In questa stagione abbiamo costruito delle certezze di identità e ormai fanno parte del nostro dna. Sulla mentalità e generosità con cui andiamo in campo non nutro dubbi e questo ci sta dando una grande spinta al di là delle nostre qualità tecniche». Unità di intenti e di gruppo fotografata dall’abbraccio finale tra il coach e il direttore generale Renato Pasquali. Abbraccio quasi liberatorio dopo una settimana di grande tensione e che i due vogliono replicare questa sera: significherebbe anche la gioia di avere regalato a Forlì la prima semifinale in A2 a distanza di ben 28 anni dall’ultima volta.