Basket A2, nasce l'Unieuro di Martino: "Amo la pressione di Forlì"

Jack Kerouac scriveva che «basta seguire la strada e prima o poi, si fa il giro del mondo». E che «si può sempre andare oltre perché oltre non si finisce mai». Sono questi i principi ispiratori, o almeno le rispettive volontà, che animano Pallacanestro 2.015 e Antimo Martino a intraprendere assieme un nuovo cammino, a dar vita a un nuovo inizio.
Sì, perché ciò che la società di viale Corridoni e il tecnico molisano ex Ravenna e Fortitudo hanno davanti come prospettiva, è proprio questo: avviare un nuovo ciclo, per trovare nuovi stimoli e ritrovare il gusto dell'ambizione. Quella che, a differenza dell'estate scorsa, non equivale a un obiettivo prefissato, ma a a guardare oltre ciò che è stato fatto negli ultimi anni.
Perché «oltre non si finisce mai» diceva, appunto, Kerouac. Il presidente Giancarlo Nicosanti gli fa eco, accende la Harley delle speranze e imbocca con nuovo slancio la Route 66 del prossimo campionato. «Si è chiusa una fase importante per la società, siamo felici di quanto costruito negli scorsi anni consolidandoci in zona play-off e per questo ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato a farlo, ma adesso era giusto aprire un nuovo capitolo per edificare su basi nuove un progetto che avesse un respiro diverso. Antimo Martino, con il quale ci siamo confrontati dall'inizio con la massima franchezza e trasparenza, ha la serietà, l'esperienza e lo spirito giusto per guidarci in questa direzione plasmando una squadra da una forte impronta e, soprattutto, con una precisa comunione d'intenti».
Il coach, 44 anni ad agosto e legato contrattualmente con un biennale, si ripromette di «ricambiare la fiducia che la società mi ha dimostrato subito, creando il contesto giusto per dare corpo in campo alle mie idee» e definisce i presupposti della nuova stagione «ideali per essere ottimisti». D'altronde se Forlì vuole il rilancio sul campo, dopo l'annata «travagliata» alla Fortitudo, lui stesso cercava «l'ambiente giusto, al di là della categoria, per riassaporare certe sensazioni e lavorare nelle migliori condizioni possibili».
Certo, con una squadra che cambierà profondamente, a Martino va dato tempo per sintonizzare tutti sulla sua stessa lunghezza d'onda. «A Forlì c'è pressione? Io la vedo positivamente e voglio che anche i miei giocatori la sentano come uno stimolo a migliorarsi e dare il massimo - dichiara Martino -. Se è pressione sana e oggettiva, ben venga. Certo mi piacerebbe essere performante sin da inizio stagione, prima verremo fuori, meglio sarà, ma non dobbiamo vivere come assillo quello di essere belli a settembre: vorremmo piacere a giugno. Spero che la gente abbia pazienza che il gruppo che stiamo costruendo esprima tutte le sue potenzialità, tecniche e umane, perché anche queste ultime sono imprescindibili». Ovviamente molto di come la squadra verrà vissuta, dipenderà anche dai derby. Mai così tanti: Rimini, Bologna, Ravenna. Faranno morale, ma anche classifica. «I derby non fanno altro che rendere ancor più avvincente la nuova serie A2 e il nostro cammino» si limita a rispondere, sorridendo, Martino.