Quasi al completo, pronte a essere entrambe protagoniste della nuova A2. Come l’anno scorso, ancor più rispetto al 2022-2023 e in un contesto ancor più livellato, competitivo, qualitativo. Unieuro e RivieraBanca partono dall’alto e nel caso di Forlì, dalla sommità di una finale promozione, ma in alto vogliono restare o issarsi ancor più come sta dimostrando la campagna acquisti di Rbr.
Forlì si allunga
Nonostante gli annunci ufficiali si limitino al rinnovo con Pollone e agli innesti di Zilli e Pascolo, la nuova Unieuro è fatta per otto decimi. Mancano solo i profili dei due stranieri per i quali il budget è definito “importante”. Forse persino superiore a quello della scorsa estate. Chi cerca Forlì? Un’ala-pivot capace sia di giocare vicino a canestro, sia di aprire il campo. Un “altro Adrian”, con maggiori doti atletiche o Adrian stesso? Il derby con Rimini esiste ancor prima che in campo e se la “Pieffe” aste non ne ha mai fatte, è vero che il lungo della West Virginia non è ancora del tutto fuori dai radar. Più probabile, però, si vada su un nome nuovo. L’altro profilo sarà quello di una guardia: un terminale, ma che sappia costruire gioco. Come Sanford, con doti da play aggiunto, idealmente superiori perché la “novità” del mercato 2023 sta tutta nelle rotazioni ancora maggiori che Martino avrà a disposizione. Una squadra di dieci senior, con un pacchetto lunghi composto da Zilli, Pascolo, Radonjic e il nuovo straniero, Pollone in ala, capitan Cinciarini guardia, Valentini in regia e Zampini a muoversi a metà tra i due ruoli da esterno al pari del secondo Usa.
Tassone in arrivo
E il decimo? La scelta di allungare la panchina è in parte dovuta all’incognita sui tempi che saranno necessari per rivedere Zampini al top dopo l’operazione al crociato del ginocchio. Per cautelarsi, ecco il 32enne Maurizio Tassone, esterno di 1.92 molto strutturato fisicamente, prodotto del Cus Torino che ha più vissuto in B, ma che ha militato per un biennio a Cantù in A e la scorsa stagione era prima a Ferrara, poi alla Npc Rieti. Retrocedendo, ma risultando decisivo nel successo in Poule Salvezza contro Ravenna con 15 punti e 5/6 da tre. Un giocatore di energia, intensità, buon tiro da fuori e attitudine difensiva riconosciuta. In più è considerato un vero “uomo spogliatoio”, quindi adattissimo alle logiche di Martino. È però una guardia che può fare l’ala piccola, non il play. Per questo servirà uno straniero capace anche di tessere gioco.
La Rinascita delle ambizioni
Se l’approdo ai play-off nella stagione del ritorno in A2 è stata la “ciliegina sulla torta”, ora la post season diventa l’obiettivo minimo di Rimini, che i play-off li vuole giocare e vuole provare anche a farvi strada. Sino a che punto? Presto per dirlo, ma le premesse di una squadra che punti alle semifinali e chissà, anche allo step successivo, ci sono tutte. Mercato non bulimico come quello di Verona, ma ghiotto a dir poco, con un tassello che attende solo l’ufficializzazione (il centro del 2004 d’origine nigeriana Adamu Adam Abba, cresciuto a Vado Ligure poi messosi in luce a Bernareggio dove ha giocato 17’ di media) e l’ultimo innesto straniero sul quale il nodo Nate Adrian verrà sciolto molto presto. Se il lungo Mvp dell’ultima regular season non troverà posto in A o in una lega estera con obiettivi o stipendi superiori, Rimini è ancora in vantaggio. La domanda, semmai, è un’altra: come cambierebbe il gioco di coach Mattia Ferrari passando da Ogbeide a uno straniero perimetrale?
Una squadra 4x4
Sì, perché il pacchetto lunghi, al netto di Abba, vede già Simioni e Masciadri ad aprire il campo e se è vero che questo è oltremodo funzionale alle caratteristiche del nuovo reparto esterni, la forza d’urto in area e l’attitudine a rimbalzo (con il solo Anumba a garantire forti dosi d’atletismo) rappresenterebbero l’incognita tecnica della stagione. L’unica però, perché se lo sguardo si fissa sul perimetro, Rimini fa paura. I lunghi tirano (e segnano), gli esterni sono cinque e con Scarponi tutti pericolosi. Sia da fuori sia in avvicinamento a canestro. Grande, Tassinari, Tomassini e Marks sono gli ingredienti con cui Ferrari può servire innumerevoli e diversi cocktail in campo: intercambiabilità assoluta, un’alchimia perfetta tra velocità, estro, tiro, uno contro uno, capacità di costruire gioco e finalizzarlo, leadership ed esperienza nelle fasi calde delle partite. Un poker d’assi che può fare le fortune di Rbr.