Basket A2, Gazzotti chiama il tifo Unieuro: "Uscite sui tetti per vederci"
«È giusto che quando si raggiunge un grande obiettivo, anzi un obiettivo storico visto che è da 28 anni che la pallacanestro forlivese non si giocava una promozione per la serie A, poi si pensi solo a godersi il momento con la massima soddisfazione, gioia e serenità. E allora voglio che tutta la città si goda queste finali, che faccia il tutto esaurito al palazzetto per giocare assieme a noi. Voglio che i forlivesi escano sui tetti per vederci». Parola di Giulio Gazzotti, rivelatosi anche all’Unieuro un autentico leader emotivo del gruppo. Uno dei “segreti silenziosi” di una stagione già memorabile e che da mercoledì spinge per entrare nella leggenda della palla a spicchi sotto San Mercuriale. Il perentorio 3-0 su Udine, vi fa arrivare una squadra al massimo sotto tutti i punti di vista. «È vero, anche se gli ultimi due giorni di riposo prima di riprendere oggi il lavoro e una settimana di stacco prima di iniziare la finale, ci sono serviti e servirà per caricare al meglio le energie – afferma il centro bolognese – È vero, però, che tutte le 4 finaliste hanno tagliato questo traguardo perché sono al top della condizione e noi e Cremona siamo le più in forma e le “più squadra” del tabellone Oro. A questo punto lo posso dire: quando Antimo Martino e il suo staff nei primi tre mesi non ci hanno dato un solo momento di respiro, avevano ragione: è servito perché da fine gennaio abbiamo iniziato a stare bene, abbiamo tenuto un’ottima condizione atletica, io per primo, e, così, abbiamo anche iniziato a giocare bene». In un’annata di progressi costanti, la vera svolta per Gazzotti è stata la fase ad orologio, iniziata per giunta con una sconfitta casalinga proprio con la Vanoli. Colpo restituito, poi, al Pala Radi, portando quindi le due formazioni sull’1-1 negli scontri diretti all’imbocco di questa finale. «Nella seconda fase abbiamo fatto un grande salto di qualità, ma ho visto anche che da quel momento è davvero cambiato il clima attorno a noi. La città si è immedesimata in una squadra composta non da “nomi”, ma da gente che lotta, si diverte e fa divertire le persone. È questo che passa e si radica dentro i tifosi ed è quello che conta». Conterà anche nelle 5, potenziali gare di finale? Sì, ma per Gazzotti l’equilibrio è estremo anche da questo punto di vista. «In una serie così può succedere di tutto e i pronostici non hanno alcun senso – afferma a ragion veduta, memore della sua promozione con Tortona giunta all’ultimo secondo di garacinque a Torino – A suo favore la Vanoli può mettere l’abitudine a vincere le gare che contano visto che ha conquistato Supercoppa e Coppa Italia: questo le dà fiducia, ma noi abbiamo vinto prima e seconda fase e non siamo da meno sotto questo profilo. Entrambe, poi, abbiamo due sistemi molto organizzati e credo che sarà una bellissima finale». I biancorossi vogliono vincerla con tutte le proprie forze e il “grande ex” Gazzotti, «quattro anni là con la vittoria in Coppa Italia Lba, i più belli della mia carriera, è stupendo che a sfidarsi siano anche due società sane, strutturate, puntuali e ambiziose», ribadisce quale debba essere il timbro da imprimere alla serie: «L’essere gruppo prima di ogni altra cosa e in ogni momento. Abbiamo le nostre prime opzioni come tutti, certo, ma sappiamo trovare protagonisti sempre nuovi e diversi». Quella che giunge al suo momento apicale. Sia o non sia “apoteosi”, «abbiamo fatto un’impresa, credo che siamo una grande squadra, ora viviamo questo momento come qualcosa di bellissimo: sia la festa di tutta Forlì».