La banda del buco sbaglia poi fa il colpo in gioielleria a Rimini
RIMINI. La banda del buco in azione nella gioielleria “Leardini” di via Alcide De Gasperi, a San Giovanni in Marignano. Il colpo è stato messo a segno nella notte tra domenica e lunedì scorso e i ladri, almeno tre o quattro, sono scappati con gioielli e altri oggetti preziosi del valore commerciale di circa 30mila euro, secondo una prima stima sommaria. La fuga con il bottino è l’ultimo atto di un piano meticoloso, come spesso avviene in questi casi, forse favorito dalle informazioni di un basista. Eppure, almeno nella fase iniziale del colpo, hanno commesso un errore, tanto che hanno dovuto sfondare un secondo muro per accedere al negozio:
hanno avuto solo una manciata di minuti di tempo per arraffare tutto quello che potevano dalle vetrine perché non sono riusciti a neutralizzare l’impianto di allarme collegato con la vigilanza privata e con i carabinieri. Quando le pattuglie sono accorse sul posto, però, dei banditi non c’era più traccia.
Gli sconosciuti si sono fatti largo nella gioielleria alle due e mezzo di notte, passando da uno studio legale adiacente. Dopo averla infranta, si sono calati da una finestra, ma all’inizio hanno fatto un buco… nell’acqua. Il primo foro, infatti, non era in corrispondenza del negozio e così ne hanno dovuto praticare un secondo, della larghezza di almeno di ottanta centimetri, nella zona delle scale comuni per introdursi nella gioielleria.
Per aprirsi il varco hanno utilizzato gli attrezzi del mestiere: nessuno ha sentito sfondare il vetro muro a colpi di mazza perché quella non è un’area residenziale. In un paio di minuti hanno riempito un borsone con gli oggetti preziosi più cari in vetrina. Hanno concluso il “lavoro” prima dell’arrivo delle pattuglie.
Ad attendere in strada c’era un altro membro della banda che, dopo aver fatto da palo, è rimasto in attesa al volante di un’auto. La vettura, come detto, non è stata intercettata e ai militari della Tenenza di Cattolica non è restato altro da fare che un accurato sopralluogo. L’impressione è che non si tratti di sprovveduti: con ogni probabilità hanno utilizzato guanti e passamontagna. Al vaglio dei militari, tra l’altro, ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza dei vari esercizi commerciali presenti nella zona.