Andrea Delogu al Piccolo di Forlì con "40 e sto"

Ha scelto un titolo aperto, Andrea Delogu, per lo spettacolo ideato insieme a Rossella Rizzi e scritto con Alberto Caviglia e Giovanna Salvatori 40 e sto. Manuale di sopravvivenza alla maleducazione sentimentale. Diretto da Enrico Zaccheo, è stato a San Marino, e arriverà a Forlì, come evento speciale al Piccolo, il 14 aprile (ore 21), biglietti già sold out.

Di origine sarda, fino ai 10 anni Delogu è cresciuta nella comunità di San Patrignano, dove si erano conosciuti i suoi genitori e dove il padre Walter è stato autista di Vincenzo Muccioli fino al 1994. La conduttrice ricostruisce questa parte di vita nel romanzo “La collina”, scritto con Andrea Cedrola e nella docuserie “Luci e tenebre di San Patrignano”.

In “40 e sto” Delogu racconta invece il suo oggi, la realtà di quarantenne «arrivata alla consapevolezza – racconta – e alla libertà di poter decidere in autonomia. Dopo lo spettacolo spesso incontro gli spettatori e molte donne ma anche tanti uomini dicono di essersi riconosciuti, di aver ritrovato nel testo spunti personali: i ricordi degli anni Ottanta e Novanta, la propria crescita e i passaggi, e su tutto, la sensazione di appartenere a una generazione che si identifica in emozioni e idee comuni, con allegria e fiducia nel futuro».

Una prospettiva non così semplice di questi tempi.

«Ma se ci pensa questo alla fine è un periodo come altri. Ha presente il film di Woody Allen “Midnight in Paris”? Ecco, tutti i personaggi pensano che vivrebbero meglio nel passato: ma è solo perché sai già cosa è successo, e gli eventi non ti spaventano più in quanto li conosci e in parte puoi controllarl…».

Infatti lei non sembra una persona che si fa dominare dalla paura.

«Eppure, quando ho divorziato da Francesco Montanari, ne abbiamo avuta tanta tutti e due. Ma poi ci siamo resi conto che non c’era più strada da fare insieme, così abbiamo deciso, e siamo contenti delle nostre vite attuali».

Lei afferma spesso di non voler dare giudizi.

«Infatti non posso ergermi a insegnante, mi limito a dare la mia opinione e sono contenta di ricevere quelle degli altri e di potermici confrontare. Semmai miro a far capire che tutto quello che mi è successo è meraviglioso, che quando cadi per terra devi rialzarti: e prima ancora devi dirti che ce la fai».

Il suo lavoro l’ha aiutata?

«Sì, soprattutto quello in radio: ti porta a essere in continuo confronto con un ascoltatore che non è abbagliato dalla scenografia o dai costumi, e se non funzioni ti chiede il conto: e questo, fa imparare».

Ma quando si è scoperta la passione e anche la capacità di reggere programmi impegnativi e storici come “Stracult” o “Il processo del lunedì”?

«Ho sempre desiderato farlo, forse per questo non ci ho ragionato poi tanto. È stato tutto easy, anzi, più una passione e un istinto che un pensiero».

E il ritorno in Romagna?

«Non vedo l’ora! Ho una gran voglia di comunicare nella mia lingua, con il mio accento! Infatti abito a Bologna, un’Emilia che è già quasi Romagna: e la casa è casa!».

Info: 0543 26355. Posti esauriti

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