Per altri due anni, 10 famiglie di Cesena riceveranno l'acqua a casa solo con i camion cisterna
Il Comune garantirà anche nei prossimi due anni la fornitura di acqua, trasportata con autobotti, in luoghi dove non c’è l’allacciamento alla rete idrica. Il servizio che l’anno scorso è costato 16.000 euro alle casse municipali, e quindi all’intera collettività. Si stima che se ne spenderanno 10.000 nel 2023 e altrettanti nel 2024. Ma quello potrebbe essere l’ultimo anno in cui sopravviverà un sistema che è fondamentale per i 10 utenti che ne fruiscono, ma ha un sapore decisamente anacronistico.
La Giunta comunale, pur rinnovando per un altro biennio l’impegno a portare acqua a chi non l’ha, ha infatti puntualizzato che ha intenzione di «valutare altre e diverse soluzioni, anche di tipo strutturale, in accordo con i privati interessati e con il gestore del servizio». Il tutto allo scopo di «superare, seppur in maniera graduale, soluzioni di tipo precario e temporaneo relative a un fondamentale servizio quale quello idrico».
Può sembrare incredibile che accada nel 21° secolo in un territorio come quello cesenate, che non ha zone particolarmente impervie, eppure esistono ancora immobili non allacciati all’acquedotto pubblico. I motivi sono principalmente due. In qualche caso ci sono ragioni tecniche, come la franosità di certe zone, che rendono complicato realizzare i collegamenti all’acquedotto. Altre volte gli ostacoli sono di natura economica, perché la distanza è eccessiva e il costo per connettersi alla rete sarebbe molto salato.
All’inizio degli anni Duemila fu avviato il progetto “Acqua per tutti”, che aveva l’obiettivo di estendere la rete idrica comunale a tutti residenti. Questo sforzo, fatto in collaborazione con l’azienda erogatrice, che all’epoca era Amga, non è andato però a buon fine del tutto. Ci sono ancora una decina di residenze rimaste “a bocca asciutta”.
Di questa carenza si fece carico, fin dagli anni Novanta, direttamente il Comune, organizzando un servizio di fornitura d’acqua mediante autobotti. Poi, nel 2007, fu stipulato con Hera un contratto per incaricare la società multiutility di gestire la faccenda. Quell’accordo è stato rinnovato più volte e scadrà il prossimo 31 dicembre.
Attualmente sono 10 le famiglie che usufruiscono di quel servizio e partecipano solo per una piccola quota alla spesa. Rimborsano infatti il costo dell’acqua, pari a 36 euro più Iva per ogni viaggio. Il costo complessivo ammonta invece a 200 euro per ciascuna fornitura, perché a incidere è soprattutto il costo del trasporto, più che quello della materia prima. Della differenza si fa carico il Comune. Così si è deciso di continuare a fare fino al 2024. Ma nel frattempo si studierà con «una verifica e uno studio di fattibilità» un modo alternativo di affrontare la questione in modo più risolutivo.