Alluvione: aiuti dall'Umbria per Cesena

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Il racconto per immagini di quello che stava succedendo, del disastro ma anche e soprattutto della solidarietà è stato l’innesco per generare nuova solidarietà. È l’effetto che hanno avuto le foto e i post che Roberto Ferri, origini umbre ma ormai cesenate, ha pubblicato sui suoi profili social nei primi giorni dell’emergenza. Erano le foto del figlio Tommaso con gli amici sorridenti e coperti di fango dopo una giornata passata ad aiutare, e quella in cui si è immortalato con il fratello mentre faceva le consegne da volontario per il centro allestito nella scuola Don Milani.

Tra i tanti che lo hanno contattato per sapere come stavano lui e la sua famiglia, per chiedere come fosse la situazione a Cesena e come rendersi utili a loro volta, tra i più determinati c’è stato Fabio Bianchi: «Eravamo vicini di casa a Ponte San Giovanni, quando eravamo bambini - racconta Ferri -. Non ci sentivamo da tempo ma quando ha visto le foto che avevo pubblicato è rimasto molto colpito e mi ha contattato determinato a fare qualcosa per aiutare i romagnoli». Quella che ha messo in piedi Bianchi in quei giorni è una raccolta di materiali: l’obiettivo era portare subito un aiuto concreto. La scelta è così ricaduta su pale, badili, stivali di gomma, prodotti per l’igiene della casa e della persona, idropulitrici, tira acqua. Una raccolta realizzata sfruttando il passaparola, coinvolgendo gli amici del bar, attingendo all’esperienza di chi aveva già fatto raccolte del genere per la gestione della logistica: «Uno gli ha messo a disposizione un magazzino, uno il furgone e tantissimi volontari hanno donato il materiale», racconta Ferri.

Il risultato si misurava in sei pallet di beni, un risultato insperato per chi come Bianchi e gli amici coinvolti non aveva mai organizzato nulla del genere in precedenza. Quando la raccolta si è conclusa e la logistica del trasporto era stata affinata a Cesena, la prima città ad essere colpita ma anche la prima a cominciare ad uscire dall’emergenza, le cose cominciavano ad andare meglio. «Per cercare di capire come rendere più efficace possibile la raccolta ho messo Fabio in contatto con i referenti della Protezione Civile - spiega Ferri -. Sono stati pronti e super efficienti, sono stati loro a suggerire di destinare quanto raccolto a Faenza, in un punto di raccolta gestito dai volontari di Emergency. È stato davvero bello e commovente vedere quanta energia si è messa in movimento con quelle due foto, ed è stato commovente ritrovarci in questa occasione».

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