Allagarono i campi per salvare la città, lo Stato li ha dimenticati

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«L’attesa è troppo lunga. Fate presto». Lancia un grido di allarme a tre mesi dall’alluvione il presidente della Cab Terra, Fabrizio Galavotti, l’uomo che salvò Ravenna dalle acque accettando di allagare i terreni delle cooperative, 200 ettari perduti in poche ore, che si andarono a sommare ad altri 400 raggiunti in precedenza dal fango. Il mancato arrivo degli indennizzi, le promesse, le procedure non ancora codificate, tutto per Galavotti è ormai inconciliabile con i ritmi dell’agricoltura, cadenzati dalle stagioni e ora non c’è più tempo. «Aspettiamo i fatti, di parole ne sono state dette a sufficienza, l’immobilismo non è accettabile, dalle ultime notizie sembra che gli aiuti per gli agricoltori e le imprese dovrebbero arrivare a novembre, non parliamo solo della Cab Terra ma di 5mila soggetti coinvolti. L’emergenza comincia adesso e non abbiamo visto un euro. Mi fido solo delle parole del presidente Mattarella che continua a vigilare».

I danni

Galavotti non vuol sentir parlare di procedure lunghe per la modulistica e per la stima delle perdite, sgombrando il campo: 1,8 milioni di danni che se si estendono a tutte le 7 cooperative associate diventano 20 milioni. «Legacoop il 15 giugno aveva già conteggiato i danni, non ci devono essere speculazioni su questo. Si tratta di avere la volontà e di rendersi conto della gravità di quanto successo. Pensavamo che durante le visite ai territori gli esponenti istituzionali si fossero accorti della situazione dei cittadini e delle aziende e della portata del fenomeno alluvionale. Purtroppo il generale Figliuolo ha una struttura commissariale con pochi uomini».

La fiducia

Ricordando le ore concitate in cui dalla Prefettura di Ravenna arrivò la richiesta di poter tagliare il canale Magni in modo da far defluire le acque nel tentativo estremo di salvare la città, Galavotti non ha dubbi sulla scelta fatta. «Quel gesto lo rifaremmo domani anche se fosse servito a salvare solo due case. Credo che abbia avuto l’effetto sperato, ma nessuno pensi che in quelle ore ci sia stato il tempo per sedersi a un tavolo per parlare di premi. Siamo orgogliosi di averlo fatto, ma a prescindere da quanto è avvenuto, tutti noi abbiamo bisogno di aiuto, aziende e cittadini. I romagnoli sono un popolo virtuoso, ci rialzeremo ma qualcuno ci deve aiutare. Queste sono terre dove c’è la volontà di fare, le idee e la fiducia». E proprio la fiducia per Galavotti non va tradita. «Tutti dovrebbero prendere esempio dalla solidarietà dei romagnoli. Legacoop ha attivato tra i soci una raccolta fondi importante e presto distribuirà le prime risorse. Se lo fa una comunità può farlo anche lo Stato. La Romagna restituirà più di ciò che le viene dato».

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