Acqua a Ravenna: in provincia va perso il 24% nella rete idrica
La perdita media di acqua potabile nella rete ravennate è pari al 24%. Un dato alto: significa che un quarto della risorsa idrica immessa non arriva nei rubinetti. Tuttavia, se si contestualizzano i numeri – diffusi a fine anno dall’Istat – confrontandoli con quelli delle altre province, quelli ravennati appaiono meno drammatici. Solo la provincia di Piacenza ha una dispersione più bassa (18,1%) mentre la situazione peggiore, con una dispersione superiore al 40%, è a Ferrara. Ogni giorno in provincia di Ravenna vengono messi in rete 286 litri di acqua pro capite, ne arrivano soltanto 217 a destinazione.
A livello nazionale, secondo il report Istat, sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia o città metropolitane, il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018). Ravenna da questo punto di vista è quindi al di sotto della media nazionale. Tuttavia nella provincia romagnola è superiore alla media nazionale l’acqua immessa in rete per abitante, pari a 236 litri pro capite.
Osserva l’Istat: «Le perdite totali di rete hanno importanti ripercussioni ambientali, sociali ed economiche, soprattutto per gli episodi di scarsità idrica sempre più frequenti. Sono da attribuire a fattori fisiologici presenti in tutte le infrastrutture idriche, alla vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio, e a fattori amministrativi, riconducibili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi, per una quota che si stima pari al 3% delle perdite». L’istituto ha analizzato anche la preoccupazione degli italiani per la situazione ambientale: «Gli effetti dei cambiamenti climatici o dell’effetto serra preoccupano, nel 2021, il 66,5% delle persone di 14 anni e più. Tuttavia, se fino all’anno pre-pandemico la quota di persone preoccupate era in costante crescita (era il 71,0% nel 2019), nel biennio 2020-2021 si è registrata una generale inversione di tendenza».