Rimini. Accademia arti marziali , da Bruce Lee al successo per oltre 30 anni

Rimini

«Insegniamo ai nostri atleti tutte le tecniche delle arti marziali, ma a una sola condizione: che rispettino le regole anche fuori dalla palestra». L’Accademia arti marziali di Rimini, con sede in via Guglielmo Oberdan 34, è una “creatura” di Roberto Macrelli. È lui il maestro che, nel 1991, la fondava. E che, a distanza di oltre trent’anni, si dice orgoglioso dei successi racimolati. La sua, infatti, è una delle realtà più titolate a livello italiano. Anche se, come tiene a specificare, non si tratta di meri traguardi personali. «C’è un intero team che opera con me. Istruttori, e soprattutto atleti - chiarisce -. Il nostro è un vero e proprio lavoro di squadra».

Macrelli, la sua è una delle squadre più titolate d’Italia: in quali campionati gareggiate?

«Parecchi, a dire la verità. Nel nostro mondo esistono vari gruppi e federazioni, ciascuno dei quali promuove i propri campionati. Con la mia squadra cerchiamo di concorrere un po’ in tutti. Nel corso dei 33 anni di vita dell’accademia abbiamo portato a casa molti titoli. Sia nazionali che internazionali».

Lei è il fondatore dell’accademia: il suo può essere definito un mestiere nato da una passione?

«Assolutamente sì, ne sono appassionato fin da ragazzo. Un po’ come tutti, mi sono interessato al settore grazie a Bruce Lee, che può essere considerato il fondatore delle arti marziali moderne. Ho studiato judo, karate e kung fu, fino a diventare cintura nera. In seguito mi sono applicato agli sport da ring. Poi, nel 1991, è arrivata l’apertura dell’accademia».

Com’è strutturata?

«È un’associazione. Ho tanti istruttori che collaborano con me, che sono il maestro. Gli iscritti sono numerosi: dai più piccoli - 5-6 anni l’età in cui si inizia a praticare arti marziali -, fino ad adulti anche piuttosto in là con gli anni. Molti allievi dell’accademia, tra l’altro, sono diventati istruttori a loro volta».

Quali discipline si possono apprendere in accademia?

«Ci siamo specializzati negli sport da ring: muay thai, mma, kick boxing. Pratichiamo anche sport da tatami, come grappling e ju jitsu, così come corsi di krav maga (tecniche di combattimento dell’esercito israeliano) e wing chun. E poi corsi di difesa personale che si basano su vari stili. Uno dei più particolari è il jeet kune do, che mescola tecniche tradizionali e moderne provenienti da diversi stili di arti marziali».

Perché i giovani dovrebbero scegliere di praticare arti marziali?

«Innanzitutto perché la difesa personale serve sempre, specie al giorno d’oggi. In più, complice lo stress che deriva dalla quotidianità, molte persone hanno necessità di scaricarsi fisicamente, di “eliminare” le tensioni. E poi, ovviamente, perché è uno sport aggregante. Si sta insieme e si impara a fare squadra».

Qual è il titolo che l’ha più inorgoglita? E le prossime sfide che vi attendono?

«Sicuramente la partecipazione ai campionati mondiali Immaf a Las Vegas, la più prestigiosa competizione di arti marziali miste. Abbiamo partecipato con la nazionale, di cui due atleti su sette provenivano dalla mia accademia. Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti, il 28 aprile ci aspettano i campionati mondiali mma (arti marziali miste, ndr) a Jesolo. A metà maggio, invece, saremo impegnati in una world cup a San Marino».

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