Ecco l’Emilia-Romagna del 2042: tanti anziani e stranieri al 20%

BOLOGNA. L’Emilia-Romagna è una regione con una forte economia sociale. Le persone che lavorano in associazioni, fondazioni, cooperative e similari sono il 14,7% del totale mentre la media nazionale è del 9,5. Tutto ciò ha un elevato valore perché i luoghi in cui è alto il capitale relazionale (infrastrutture sociali ed economiche, forte partecipazione alla vita comunitaria e con segni di appartenenza collettiva) sono anche quelli con la maggiore capacità di attrarre e trattenere persone e imprese.

A dirlo è Guido Caselli, vice segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna e direttore del centro studi, che ieri è intervenuto all’assemblea regionale di Confcooperative. Caselli ha analizzato il tessuto economico regionale e ha scoperto che in Emilia-Romagna la cooperazione vale il 72% del valore aggiunto dell’economia sociale a fronte di un 53% nazionale. La cooperazione genera in Italia in media 794 euro per abitante, in Emilia-Romagna 1.651.

Gli ambiti in cui è più forte sono nel conferimento dei prodotti agricoli, nel consumo, nei consorzi e nella produzione lavoro. L’unico ambito in cui è più debole della media nazionale è nella pesca.

Il capitale relazionale

Caselli ha anche individuato cinque aree di geocomunità in regione e ha anche ipotizzato alcuni scenari futuri. Così, traguardando il 2042, nelle zone dotate di maggiore capitale relazionale e a maggior sviluppo è previsto un aumento della popolazione. Mentre in Italia si prevede una riduzione di 2,8 milioni di abitanti, si prevede per sommi capi un aumento del 3,4% nell’area pianeggiante dell’Emilia, una riduzione dell’1,1% nella Romagna costiera e pianeggiante, dell’1,8 nella zona collinare montuosa dell’Emilia, del 5,9 dell’entroterra romagnolo, del 6,9 nella zona del Ferrarese e del nord ovest del Ravennate. In particolare il saldo finale dovrebbe essere del +2,8% con un saldo naturale in calo di 455.493 unità compensato però dai movimenti dall’estero (+342.921) e dall’Italia (+249.307).

Nonostante ciò diminuisce la popolazione al di sotto dei 65 anni e cresce quella anziana. Gli anziani passano da 194 a 289 ogni cento bambini. La popolazione straniera dal 12,8% al 20%. Suggestione per suggestione è stato chiesto anche a Chat Gp-4 (intelligenza artificiale) di immagine l’Emilia-Romagna nel 2050 ed il risultato è una cartolina con anziani e robot che vivono fianco a fianco.

«Anche ipotizzando un apporto molto importante da parte della tecnologia e dll’IA», commenta Caselli, «il nostro modello di sviluppo è arrivato al capolinea. Dobbiamo prenderne atto e affrontare il cambiamneto che ci aspetta».

Vertici e consiglio

Come da previsione, l’assemblea ha riconfermato Francesco Milza come presidente con oltre il 97% dei consensi. Confcooperative Emilia-Romagna oggi riunisce 1.491 cooperative con 226.327 soci, 90.38 occupati e produce 16,9 miliardi di euro di fatturato. Milza si è detto favorevole all’iniziativa della Regione Emilia-Romagna per la costituzione di un hub sull’innovazione sociale con il coinvolgimento dell’università. La giornata ha avuto come ospiti fra gli altri, il cardinale Matteo Maria Zuppi, il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il vice ministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini. Nel nuovo consiglio regionale di Confcooperative risultano eletti fra gli altri: Cesare Bagnari, Aristide Castellari, Carlo Dalmonte, Giuseppe Gambi, Mirella Paglierani, Roberto Savini, Davide Togni e Davide Vernocchi per il territorio ravennate; Mauro Fabbretti, Maria Giulia Fellini, Andrea Galli, Pierangelo Laghi, Paolo Lombardi, Mauro Marconi, Mauro Neri, Alessandro Pederli e Maurizia Squarzi per il territorio di Forlì-Cesena; Otello Centi, Giuseppe Fontana, Valerio Giorgis, Emanuela Magnani, Corrado Monti e Mirca Renzetti per quello riminese.

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