Da Rieti difesa dura e mani addosso, ma RivieraBanca ha più qualità e panchina

Pensate al contrappasso felice: la sfida al vecchio ‘eroe’, il funambolo Jazz Johnson rimpianto per almeno tre mesi e mezzo, presente in ogni post su Facebook della prima, nefasta parte di stagione della Rinascita, che potrebbe essere battuto ed eliminato dal suo sostituto Marks (che poi è tutto un altro tipo di giocatore, ma nell’immaginario collettivo sarà così) e dal nuovo idolo Justin Johnson, l’omonimo ormai diventato paladino di questa RivieraBanca da 9/10 nella fase ad orologio e 12/13 negli ultimi tre mesi di onnipotenza cestistica.

Pensate se Rbr facesse fuori Rieti: il passato che si cancella definitivamente, la bontà di un roster che Paolo Carasso aveva definito, il giorno dopo l’esonero di Ferrari e l’avvento di Dell’Agnello, da ‘quarto-sesto posto’ come poi puntualmente si è verificato.

Non sa di chiusura del cerchio? Ovvio, in mezzo c’è una serie al meglio delle cinque che parte domani sera alle ore 21 al PalaSojourner, un posto non semplice da espugnare ma che, di fatto, basterà intristire una volta su due per poi giocarsi tutte le chance nel ribollente Flaminio, che non vede l’ora di esplodere il 9 e l’11 maggio.

Ma che squadra è questa Real Sebastiani Rieti? Quali sono le insidie? E i duelli determinanti? Cominciamo col dire che il team di Johnson e Hogue è abbastanza indecifrabile: nella fase a orologio è stata l’unica a battere la Rinascita, ma ha perso in casa con Piacenza e Trieste, vincendo di 20 e passa a Udine e espugnando il PalaDozza. Insomma, altalene perenni, contro l’ormai nota solidità dei biancorossi riminesi, che adesso sembrano un computer: squadre profonde entrambe, anche al netto dell’assenza di Masciadri, ma con Tassinari che, rientrato in gruppo martedì, non è meglio ma stringerà i denti e giocherà. Non sarà lui a braccare Jazz, comunque, ma lo specialista Anumba, vecchio amico deputato a sporcare le percentuali del folletto ex Rbr, che ha viaggiato a 19.5 punti col 38% da tre nella fase a orologio.

E’ evidente che le palle più scottanti passeranno dalle sue mani, ma questo lo sappiamo tutti, mentre è più difficile capire dove ‘andrà’ la Rinascita nei momenti clou, altro vantaggio non da poco.

L’altro riferimento, il pivot bonsai Hogue, se la vedrà con Justin: 13.2 punti col 65% da due e 9 rimbalzi ad allacciata nelle ultime dieci, giocatore di livello che da una doppia dimensione alla Real Sebastiani

Detto delle stelle polari, il resto del gruppo non è da sottovalutare: primo perché tende a difendere duro, soprattutto in casa, mettendo le mani addosso coi vari Spanghero, Sarto e Raucci, cosa che a Tomassini e Marks può dar fastidio.

La qualità, però, è inferiore a quella riminese: la sensazione è che se la Rinascita riuscirà a tenere botta fisicamente, a non subire l’intensità e la foga reatina, potrà far valere le ‘mani’ di Tomassini e di Grande dalla panchina, due che possono spaccare le partite aggiungendosi agli americani. Questo ‘surplus’ Rieti non ce l’ha.

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