Mamma per la prima volta a 54 anni, sceglie Forlì per un parto naturale

Da Varese a Forlì per coronare, a 54 anni, il sogno di diventare mamma con parto naturale senza taglio del cordone ombelicale. Ha la voce ancora rotta dalla commozione Luisa mentre ripercorre mentalmente la lunga strada che l’ha portata, oggi, a stringere tra le sue braccia Matilda nata il 18 aprile scorso. «Ho scelto l’ospedale di Forlì - racconta - perché volevo che ci fossero di partenza tutti gli elementi necessari per fare un parto naturale e possibilmente “lotus birth”».

Si tratta di una modalità di parto in cui non viene reciso il cordone ombelicale e la placenta che rimangono attaccati al neonato fino al distacco naturale. «Cercavo una struttura che non fosse troppo grande con un ambiente tranquillo e sereno e ho trovato il Morgagni-Pierantoni. Sono venuta a Forlì alla 37° settimana. Il personale gentilissimo mi ha accolta e mi ha fatto vedere struttura e sale parto: ho trovato un ambiente accogliente che a livello umano mi ha fatto sentire che poteva essere il luogo giusto». Al di là delle procedure offerte in caso di parto naturale, come ad esempio, la possibilità di usare l’acqua, a colpire Luisa è stata soprattutto la disponibilità ad accogliere le sue richieste. «Quando sono tornata per una seconda visita, venerdì 11 aprile - racconta - la dottoressa che mi ha visitato mi ha detto che rispetto alla settimana precedente riscontrava una crescita limitata, temeva per la salute della piccola e per questo mi ha consigliato di indurre subito il parto. Io ero tornata per rivedere il posto quindi questa richiesta mi ha inizialmente messo in crisi poiché volevo che il travaglio iniziasse naturalmente e il termine scadeva dopo due settimane. Mi ci sono voluti un paio di giorni per metabolizzare questa valutazione ma poi ho accettato».

Luisa ha stupito tutti

Considerata l’età non più giovanissima per un primo parto, c’era qualche dubbio che la bimba potesse nascere naturalmente ma Luisa ha stupito tutti. «Ho iniziato il percorso di induzione domenica notte ed è andato avanti fino a giovedì mattina avvalendosi di varie metodologie. Quello che è stato fatto a livello medico per stimolare le contrazioni non è stato un percorso doloroso».

Il travaglio vero e proprio è iniziato giovedì nel primo pomeriggio. «Sono arrivate le contrazioni ma il monitoraggio della bimba era continuo ed il tracciato da manuale dunque ero tranquilla», assicura. Dopo appena 4 ore di travaglio Matilda ha fatto il suo primo vagito. «Quando ho sentito che è uscita è stato una parte di sogno realizzato perché per me era importante che la bimba finisse il suo percorso di nascita con il passaggio dal canale del parto. Sono convinta - spiega - che per la crescita personale sia importante perché è una prima prova che fai. Io e lei in questi nove mesi abbiamo fatto di tutto per arrivare il più pronte possibile».

La maternità per Luisa è un dono ottenuto con determinazione, amore e coronato anche grazie alla procreazione medicalmente assistita. «Appena è nata me l’hanno posta sul petto e lei si è subito attaccata al seno per mangiare e mi è sembrato tutto così normale anche se non era scontato. Accanto a me c’erano le mie sorelle e una persona speciale che mi hanno seguito tutta la settimana, a loro devo dire un enorme grazie perché mi hanno sostenuto dal punto di vista materiale e morale».

Ora Luisa è tornata a casa assieme alla sua piccola che detta i ritmi delle loro giornate. «Quando la guardo vedo un miracolo - dice commossa -, è indescrivibile. Vorrei ringraziare tutto il personale del reparto che è stato molto gentile e disponibile. Grazie in particolare al primario, Luca Savelli, all’ostetrica Chiara Cocconi che era con me al momento del travaglio. Mi hanno assecondato in alcune mie scelte e non è scontato perché, spesso, in ospedale si seguono protocolli rigidi mentre invece ognuno di noi è diverso, ha storia personale e fisica che lo rende differente. Sono felice, in questo momento mi sento venti anni in meno rispetto al mio anno anagrafico».

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