Lucertole e roditori nel deposito del caffè: i Nas in azione a Forlì e Imola VIDEO

  • 03 maggio 2024

Nel mese di aprile, il Nas di Bologna ha effettuato una serie di attività ispettive mirate alla verifica della corretta gestione della filiera produttiva del caffè. Le ispezioni si sono concentrate sugli stabilimenti delle aziende presenti nelle 5 province di competenza (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), evidenziando diffuse irregolarità soprattutto per quanto riguarda la presenza di micotossine nocive per l’uomo ed il riconfezionamento e la reimmissione in commercio di caffè con scadenza superata anche da diverso tempo. Complessivamente sono stati eseguiti 22 controlli, ravvisando criticità in 11 occasioni, specialmente presso le aziende ricadenti nelle province di Bologna e di Forlì-Cesena.

A Imola

Nell’area di Imola, nelle pertinenze di una azienda produttrice di caffè, veniva rinvenuto lo stoccaggio di diverse tonnellate di caffè e altri prodotti alimentari (zucchero, caffè d’orzo, cacao) all’interno di un grande immobile (acquisito da una dismessa adiacente azienda e in uso da circa 10 anni). Tale deposito, oltre a versare in critiche condizioni igienico-sanitarie e strutturali, veniva utilizzato anche come rimessaggio di materiali: infatti al suo interno venivano rinvenuti mobili, divani, alambicchi da distillazione, laterizi, legnami, macchinari dismessi e persino una barca della lunghezza di circa 5 metri. Per tali motivi, a seguito di richiesta del personale operante, lo stesso magazzino veniva sospeso ed interdetto all’utilizzo dalla competente Ausl.

A Forlì lucertole e roditori

Nel forlivese poi è stata sospesa l’attività di un’altra industria del settore, in quanto al suo interno venivano ravvisate modalità gestionali e operative, ormai superate da decenni. Veniva inoltre riscontrata una evidente infestazione da lucertole e roditori per la quale il personale aziendale aveva ritenuto di distribuire a terra – in più punti della torrefazione e a ridosso del caffè da lavorare o già lavorato – dei cartoni cosparsi di mastice piuttosto che delle spennellate di colla direttamente sul pavimento, oltre a mucchietti di granaglie avvelenate, in totale inosservanza delle disposizioni di legge in materia di lotta agli infestanti e senza considerare il potenziale rischio di contaminazione dei prodotti alimentari a causa di animali già avvelenati ed agonizzanti che potenzialmente avrebbero potuto circolare nello stabilimento prima di morire.

Il bilancio dei 22 controlli

Nel complesso, le attività condotte dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Bologna hanno consentito di sospendere attività per un valore di circa 11 milioni di euro, di sequestrare oltre 35.000 kg di caffè (del valore di circa 820.000 euro) ed elevare sanzioni amministrative per un totale di 28.000 euro.

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